«Mohammed Mahdi Karami e Seyyed Mohammed Hosseini, i principali responsabili del crimine che ha portato al martirio di Ruhollah Ajamian, sono stati impiccati questa mattina». Con un comunicato lapidario l’agenzia di stampa giudiziaria Mizan Online ha dato la notizia dell’esecuzione della condanna a morte di due manifestanti che sono stati uccisi dal governo iraniano con l’accusa di aver assassinato un membro delle forze di sicurezza di Teheran durante le proteste degli ultimi mesi.

La sentenza

Il tribunale di primo grado aveva condannato a morte i due uomini all’inizio di dicembre e martedì la Corte suprema ha confermato la sentenza, accusandoli di aver ucciso Ajamian il 3 novembre scorso; a due mesi di distanza dall’uccisione di Mahsa Amini da parte della polizia morale per non aver indossato correttamente il velo. Una morte che ha scatenato le proteste che sono ancora in corso in tutto il paese.

Ajamian era un membro della milizia Basij legata alle Guardie rivoluzionarie e sarebbe porto a Karaj, non distante dalla capitale. La guardia sarebbe stata uccisa mentre i manifestanti partecipavano a un picchetto in ricordo della morte di un manifestante.

Le condanne

Secondo quanto riporta l’agenzia France Presse sono 14 i manifestanti condannati a morte dall’inizio delle proteste iniziate lo scorso settembre. Quattro di queste sono state già giustiziate, per altre due la sentenza è stata confermata dalla Corte suprema, due hanno ricorso in appello mentre le restanti sono in attesa di un nuovo processo.

Le manifestazioni

Nella giornata dell’8 gennaio si terranno in oltre 80 città in tutto il mondo delle manifestazioni in solidarietà del popolo iraniano e di condanna della brutale repressione del regime di Teheran. «A più di tre mesi dall’assassinio di Mahsa Amini che ha dato vita alla rivoluzione “Donna Vita Libertà” la comunità iraniana scende in piazza per marciare e gridare slogan contro un regime oscurantista e liberticida che continua a reprimere le libertà fondamentali e a uccidere», si legge in un comunicato dei Radicali che parteciperà all’iniziativa a Roma e Torino.

«Fin da subito abbiamo dato sostegno alla rivolta iraniana chiedendo ufficialmente come primo passo al ministro Tajani di convocare l’ambasciatore iraniano per rappresentare l'indignazione del nostro paese per le manifestazioni soffocate nel sangue e le condanne a morte», continua la nota. La convocazione è arrivata nelle scorse settimane e il ministro degli Esteri Tajani si era dimostrato intransigente riguardo alle condanne a morte in corso nel paese, chiedendo al governo iraniano il rispetto dei diritti umani e di non reprimere con la violenza le manifestazioni pacifiche. 

La risposta di Teheran, però, non si è fatta attendere e l’ambasciatore italiano in Iran è stato convocato con urgenza per ascoltare le rimostranze del governo iraniano alle dichiarazioni di Tajani.

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