- I religiosi al potere e la Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, sono consapevoli che le loro fortune politiche dipendono dall'affrontare il peggioramento delle tensioni sociali non solo con la repressione, che finora avrebbe provocato almeno duecento morti tra i manifestanti, ma anche con qualche apertura politica.
- Il gioco è molto rischioso perché un’apertura improvvisa su un tema dirimente come l’obbligatorietà del velo islamico potrebbe far cadere tutto il castello di carta del potere teocratico iraniano, così come avvenne nella Repubblica democratica tedesca, quando un confuso commento di un funzionario consentì il diritto di uscire ai berlinesi orientali dai confini della DDR e diede il via alla fine del regime.
- La discussione sull’abolizione dell’obbligo del velo è stata confermata dallo stesso procuratore Montazeri ma le modalità della sua (presunta) rimozione non sono state ancora rese esplicite mentre i falchi promettono tolleranza zero contro i manifestanti
Il regime teocratico iraniano vacilla sotto la forza delle proteste popolari. Il procuratore generale iraniano, Mohammad Jafar Montazeri, ha annunciato (ma la cautela è d’obbligo in attesa di altre conferme ufficiali) che la polizia morale è stata rimossa dalle autorità competenti. «La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata», ha affermato il procuratore nella città santa di Qom. I religiosi al potere e la Guida suprema, l’ayatollah A



