Si tratta di titoli di Stato che servono a Tel Aviv anche per finanziare la guerra. Ma, mentre l’Irlanda li boccia, arriva il sì lussemburghese. E c’è lo spettro di sanzioni
«L’Irlanda ha passato a noi la patata bollente e ora tocca a noi fermarla, ma il Lussemburgo è molto addormentato. Solo la preoccupazione di un deterioramento della sua reputazione internazionale potrebbe smuoverlo». Emanuele Santi è un cittadino italiano che da 9 anni vive in Lussemburgo e si occupa di finanza di impatto, in questi giorni si sta mobilitando per fermare l’arrivo dei fantomatici “war bonds”, i titoli di stato che Israele sta massicciamente emettendo dal 7 ottobre per finanziare l



