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Entro metà novembre Israele deve approvare una finanziaria a lungo rinviata a causa della crisi politica delle quattro elezioni in due anni. Se non dovesse passare è automatico lo scioglimento delle camere.
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Gantz, che prima di unirsi al “governo del cambiamento” si era alleato con Netanyahu, sta causando frizioni con delle iniziative contro i palestinesi, come la messa al bando di alcune ONG e l’espansione degli insediamenti.
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Fra i rischi per la coalizione c’è anche un possibile ritiro di Netanyahu dalla leadership dell’opposizione: in quel caso è probabile tornino al potere le destre, mettendo fuori gioco l’alleanza eterogenea alla base del governo.
Chi fa dichiarazioni che provocano ricadute internazionali in maniera irresponsabile, senza coordinamento o preparazione, e approva 3.000 unità abitative in Giudea e Samaria (il termine ebraico che identifica la Cisgiordania, ndr), come possiamo dire, di sicuro non è Yitzhak Rabin». Il tweet del partito laburista israeliano, diffuso lo scorso mercoledì, era rivolto polemicamente al ministro della Difesa Benny Gantz, ex capo dell’esercito e ora leader del partito centrista Blu e bianco. La st



