- La dialettica di cooperazione-competizione non può essere fissata, tutt’al più ricondotta a una continua negoziazione tra due soggetti la cui prossimità geografica ne ha definito al tempo stesso l’osmosi culturale e l’asimmetria di potenza.
- Ma il secondo perimetro all’interno del quale stabilire i limiti del confronto e gli spazi della convivenza si trova, per ovvie ragioni geografiche, nel bacino mediterraneo.
-
La crisi diplomatica del biennio 2018-2019, aggravatasi al punto da spingere l’Eliseo a richiamare l’ambasciatore Masset, si svolgeva dunque in un quadro di reciproche accuse e sospetti.
La storia dei rapporti tra Italia e Francia è stata raccontata enfatizzandone le difficoltà o ricercando, nella ciclicità delle crisi, i motivi di una solidità di fondo capace di sopravvivere anche ai momenti più delicati. Una certa semplificazione è senza dubbio utile all’inquadramento della questione, ma si corre altresì il rischio di incorrere in una problematizzazione indifferenziata. La dialettica di cooperazione-competizione non può essere fissata, tutt’al più ricondotta a una continua



