- Negli ultimi tempi l’Italia ha avuto un ruolo sempre più marginale sul nucleare iraniano.
- Dopo l’uscita degli Stati Uniti di Trump dall’accordo Jcpoa, Francia, Germania e Regno Unito (E3) hanno cercato (invano) di mantenere in vita l’accordo con due mosse: il varo di un canale commerciale Instex per dribblare le sanzioni Usa (senza successo) e la missione marittima Emasoh, dedicata a monitorare la sicurezza marittima nel Golfo.
- L’Italia ha deciso di non aderire né a Instex né alla missione Emasoh. Il risultato è stato che dal 2018 l’Italia non ha più avuto un ruolo rilevante sul dossier iraniano, un mercato un tempo tra i più significativi per Roma.
Rafael Grossi, il capo dell’Agenzia internazionale sull’energia atomica delle Nazioni unite (Iaea) alla vigilia di un vertice tra grandi potenze e il rappresentante di Teheran ha suonato l’allarme da Vienna sul programma nucleare iraniano avvertendo che «solo i paesi che producono bombe» stanno arricchendo l’uranio a quel livello di purezza. Insomma se si vuole fermare la corsa all’atomica dell’Iran dell’ayatollah Ali Khamenei si deve tornare al tavolo delle trattative, dare forza ai moderati r



