- Chi conosce Boris Johnson a menadito sa bene che per tirarlo fuori da Downing Street bisognerebbe «puntargli contro una pistola». Neanche il voto di sfiducia apparecchiato dagli oppositori interni lo schioderà dal governo, per ora. I 211 voti in favore di Johnson sorpassano i 148 contrari.
- Ma la caduta a precipizio del brexiteer in chief, l’uomo che a colpi di ruspa ha voluto uscire dall’Ue e che ora sta inciampando sui suoi stessi disastri, non deve essere sembrata rassicurante al presidente ucraino, quando Johnson gli ha telefonato per gli aggiornamenti.
- «Johnson manda armi pesanti, esibisce il suo supporto all’Ucraina, e cerca di sfruttare tutto questo per vantaggio domestico, ma i dubbi interni non sono sulla guerra, sono sulle sue capacità», dice Mujtaba Rahman dell’Eurasia group. Sette inglesi su dieci pensano che Johnson stia governando male, e anche se resta a palazzo, il punto è a quale costo.
Johnson supera il voto di sfiducia, ma la sua crisi di leadership è una cattiva notizia anche per Zelensky
06 giugno 2022 • 22:53Aggiornato, 07 giugno 2022 • 09:28