- Le proteste scoppiate in Kazakistan a causa dell’aumento del costo del carburante hanno colto di sorpresa molti analisti e osservatori.
- Il presidente dittatore accusa ventimila manifestanti di essere tutti terroristi e agita lo spettro dell’islamismo radicale, una strategia che ricorda quella adoperata da Assad in Siria all’inizio della guerra civile.
- La brutale repressione rischia di radicalizzare molti giovani e di regalare la scena a gruppi jihadisti per ora marginali, giustificando così più violenza del governo.
Kazakistan, la repressione di Toqaev rischia di favorire il radicalismo islamico
10 gennaio 2022 • 14:08Aggiornato, 10 gennaio 2022 • 14:09