Una mano all’Ucraina, che riconquista la città di Kherson, arriva dai risultati elettorali di midterm negli Stati Uniti dove la democratica Catherine Cortez Masto è stata rieletta in Nevada. La sua vittoria regala ai democratici il controllo del Senato e il presidente Joe Biden esulta: «Abbiamo la maggioranza, ora ci concentriamo sulla Georgia». In qualche modo Washington vede puntellata anche la sua politica estera e il forte sostegno economico e militare a Kiev voluto dal presidente Biden. Certo Kiev sta cercando di riallacciare al più presto le forniture elettriche ed energetiche a Kherson, mentre i militari appena giunti valutano le dimensioni delle distruzioni subite dalla città ucraina nei mesi di occupazione russa.

Ma l’aria è cambiata come indicano i murales di Bansky in Ucraina: i graffiti sono apparsi negli ultimi giorni a Borodyanka, nei pressi di Kiev, e attribuiti allo street artist più noto del mondo. La foto di una delle tre opere, quella della giovane ginnasta in equilibrio sulle macerie, è stata pubblicata sull’account Instagram dello stesso Banksy, accompagnata dalla didascalia: «Borodyanka, Ucraina», senza altri dettagli ma come un chiaro messaggio di solidarietà a Kiev.

Forte dei successi militari sul campo di battaglia la presidenza ucraina ritiene che la Russia sarà effettivamente pronta a negoziare la pace e ritirare le sue truppe dal paese dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk: lo scrive su Twitter il consigliere del presidente, Mykhailo Podolyak.

«Politicamente e psicologicamente, la Russia non è ancora matura per veri negoziati e ritiro delle truppe. Ma accadrà. Subito dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk», ha affermato aggiungendo che ora il sostegno alla guerra nella stessa Russia sta «rapidamente cadendo verso il basso». Dopo la riconquista di Kherson qualcosa insomma sembra essere cambiato.

La guerra sul campo

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Ovviamente i russi non stanno a guardare. L’allarme aereo è stato dichiarato in tutta l’Ucraina dopo informazioni sul decollo dal territorio bielorusso di un MiG-31K, in grado di trasportare missili Kinzhal e di un altro caccia. I cittadini sono stati invitati a recarsi nei rifugi e a rimanere al sicuro fino alla conclusione dell’allarme.

A Zaporizhzhia, regione sud orientale dell’Ucraina dove si trova la più grande centrale nucleare d’Europa, le forze dell’ordine hanno evacuato i residenti del distretto di Shevchenkiv dopo un attacco missilistico russo. La zona è stata colpita da Iskander-K con una carica a grappolo. Elementi esplosivi sono sparsi in tutta l’area residenziale.

«Rimaniamo sempre vicini ai nostri fratelli e sorelle della martoriata Ucraina, vicini con la preghiera, con la solidarietà concreta. La pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra», ha detto papa Francesco all’Angelus che ha parlato ancora una volta di Terza guerra mondiale in atto.

Le parole di Lavrov

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In questo contesto Mosca ha reagito diplomaticamente accusando la Nato di ingerenza nel Pacifico. «Gli Stati Uniti e la Nato stanno cercando di dominare la regione Asia-Pacifico militarizzandola con l’ovvio obiettivo di contenere la Cina e gli interessi russi», ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ai giornalisti al vertice dell’Asean che si tiene a Phnom Penh, in Cambogia. «Gli Stati Uniti, i loro alleati e l’Alleanza del nord Atlantico stanno ora cercando di dominare questo spazio», ha detto il ministro russo secondo quanto riporta la Tass.

«La Nato non sta più dicendo che questa è un’alleanza puramente difensiva. Era difensiva quando esistevano l’Unione sovietica e il Patto di Varsavia. Da allora, hanno una propria linea di difesa che hanno spostato più volte vicino ai nostri confini e ora, al vertice di Madrid di quest’estate, hanno annunciato di avere una responsabilità globale e che la sicurezza dell’euro-atlantico, dell’Indonesia e della regione del Pacifico è indivisibile», ha affermato il ministro.

Il vertice Asean in Cambogia si chiuderà senza accordo: come era prevedibile, la Russia si è opposta alla pubblicazione di un documento comune, definendo «inaccettabile» il linguaggio utilizzato sulla situazione in Ucraina da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. «Non c’è stato alcun accordo. Gli Stati Uniti e i loro alleati insistono su un linguaggio inaccettabile in relazione alla situazione in Ucraina, quindi verrà rilasciata una dichiarazione presidenziale», ha detto Lavrov.

Mosca cerca così di convincere l’amministrazione di Washington a frenare le ambizioni ucraine di riconquista di tutti i territori occupati e di arrivare a uno scenario coreano di tregua armata sul terreno con negoziati diplomatici che passino soprattutto da Washinton e Mosca e isolino le richieste di Kiev che sembra sentire il vento in poppa.

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