conflitto all’orizzonte

La Cina minaccia gli Stati Uniti. Su Taiwan pronti alla guerra

Wang Yi, Foreign Minister of China, attends the G20 Foreign Ministers Meeting in Nusa Dua, Bali / Indonesia. Photo by: Thomas Imo/picture-alliance/dpa/AP Images
Wang Yi, Foreign Minister of China, attends the G20 Foreign Ministers Meeting in Nusa Dua, Bali / Indonesia. Photo by: Thomas Imo/picture-alliance/dpa/AP Images
  • La Cina è pronta a invocare la sua Legge anti secessione e a usare la forza per raggiungere la «riunificazione» di Taiwan. Così martedì il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha risposto al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che domenica scorsa aveva dichiarato che la sua amministrazione è disposta a combattere per difendere l’isola.
  • La replica di Wang è arrivata da New York, dove – a margine dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni unite – ha incontrato Henry Kissinger, il novantanovenne ex segretario di stato americano che non si stanca di ammonire le grandi cancellerie che – se non gestita con la massima prudenza – la rivalità strategica Cina-Stati Uniti può esplodere in un conflitto, con Taiwan a fare da detonatore.
  • «C’è un vecchio detto in Cina: è meglio perdere mille soldati che un pollice di territorio», ha detto Wang all’anziano diplomatico che nel 1971, con il suo viaggio segreto a Pechino, preparò la stretta di mano tra Mao Zedong e Richard Nixon dell’anno successivo.

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