- lI premier cinese Li Qiang ha criticato duramente alla Summer Davos la volontà occidentale, soprattutto americana, che tende a limitare i rapporti commerciali con Pechino anche per dare un segnale di forte insofferenza verso la politica estera cinese.
- Il monito del premier sembra mostrare tutta la debolezza della Cina che si sta manifestando come un paese che non riesce a tornare ai livelli di produzione pre Covid e sta rischiando di indebolirsi sempre di più a causa di politiche estere costose e destabilizzanti.
- Ma non tutti vogliono spingere sul de-risking cinese. Secondo il Washington Post, Yellen – convinta che il decoupling con la Cina sarebbe «disastroso» anche per gli Usa – dovrebbe recarsi a Pechino la prossima settimana.
Prima le buone notizie condite con un po’ di ottimismo sulle previsioni economiche in calo e poi, in cauda venenum, cioè il monito a non calcare troppo la mano sul cosiddetto de-risking, o decoupling, cioè la manovra politica, prima che economica, di graduale allontanamento dell’occidente stanco della dipendenza dalle catene di forniture cinesi. Così il premier cinese, Li Qiang, ha prima affermato che «la Cina è sulla buona strada per raggiungere, nel 2023, la crescita di Pil del 5 per cento



