Amy Coney Barrett si prepara ad essere condermata alla Corte suprema

La conferma di Amy Coney Barrett alla corte suprema è ormai alle porte e alla Casa Bianca si sta già preparando una cerimonia per questa sera. Come anticipa il New York Times, sarà un evento rigorosamente all’aperto, considerando che quello in cui il presidente Donald Trump aveva annunciato la sua nomina, a inizio settembre, si è trasformato in un focolaio di infezioni da Covid19. 

Tra poche ore il Senato si riunirà dunque per il voto decisivo, nonostante nei giorni precedenti la minoranza democratica abbia fatto di tutto per bloccarlo. Con la conferma di Barrett a questo punto praticamente certa, la Corte suprema sarà ancora più sbilanciata a favore dei conservatori, con tre dei nove giudici nominati direttamente da Trump. 

Conosciuta per la sua personale fede cattolica di orientamento conservatore e il suo approccio originalista all’interpretazione della Costituzione, Barrett potrebbe essere decisiva nella messa in discussione di questioni come il diritto all’aborto e l’espansione della copertura sanitaria avviata con l’Affordable Care Act, su cui verrà presto chiamata ad esprimersi. Inoltre potrebbe avere un peso nel caso in cui Trump perda le elezioni e decida di contestarne la legittimità.

Supreme Court nominee Amy Coney Barrett meets with Sen. James Lankford, R-Okla., Wednesday, Oct. 21, 2020, on Capitol Hill in Washington. (Leigh Vogel/Pool via AP)

Il processo di conferma di Barrett è stato portato avanti senza scrupoli dalla maggioranza repubblicana in Senato, nonostante le tempistiche fossero strettissime: la giudice che andava sostituita _ l’icona dei diritti civili Ruth Bader Ginsburg - è infatti morta  a fine settembre. Nel 2016, quando era ancora presidente Barack Obama, il Grand Old Party si era opposto con tutte le forze alla nomina di un nuovo giudice per sostituire Antonin Scalia, morto invece nove mesi prima delle elezioni.

Al tempo sostenevano che non avesse alcun senso rimpiazzare un giudice alla Corte suprema nell’anno in cui cambia il presidente che lo nomina. La differenza, rispetto ad allora, è solo di potere: i repubblicani avevano, come oggi, la maggioranza al Senato, la camera che conferma i giudici.

 I membri della più alta corte federale degli Stati Uniti restano in carica fino alla morte, o fino a quando non decidono di ritirarsi, prendendo decisioni che hanno un impatto determinante per la vita di milioni di americani. È proprio l’incoerenza tra il 2016 e quest’anno che fa infuriare i democratici e che potrebbe dare al candidato democratico Joe Biden, nel caso vincesse le elezioni, una buona scusa per valutare l’aumento del numero dei giudici.

La modalità con cui si è arrivati al voto di oggi è stata così controversa da aver sollevato le critiche anche di due senatrici repubblicane: di queste però solo una, la senatrice del Maine Susan Collins, ha fatto sapere che voterà contro. L’altra, la senatrice dell’Alaska Lisa Murkowski, ha detto che visto che ormai si è deciso di procedere si esprimerà a favore di Barrett. In ogni caso la maggioranza repubblicana in Senato è abbastanza forte da potersi permettere di perdere fino a tre voti. 

Collaboratori di Pence sono positivi al virus, ma il vice di Trump continua la sua campagna

La diffusione del Covid-19 alla Casa Bianca non si ferma, con almeno cinque dei più stretti collaboratori del vicepresidente, Mike Pence, risultati positivi nel corso del fine settimana. Questo non significa che Pence, che tra l’altro è a capo della task force per combattere la pandemia, abbia deciso di rinunciare al serrato programma di spostamenti e comizi previsti per la sua campagna.

Nonostante fino ad ora sia risultato negativo al test, la sua scelta di incontrare gli elettori di persona comporta un notevole rischio: il 3 novembre è ormai alle porte e la notizia di un suo eventuale contagio avrebbe sicuramente effetti negativi sul voto. Trump sta infatti insistendo sul fatto che gli Stati Uniti sono arrivati ad un punto di svolta e che la pandemia è quasi superata. «Stiamo svoltando», ha detto ad un comizio in New Hampshire questa domenica.

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Tuttavia i dati su contagi e i ricoveri non dimostrano lo stesso: al momento ci sono più di 41.000 persone ricoverate in ospedale per Covid-19, in aumento del 40 per cento rispetto al mese precedente. Il fenomeno non riguarda solo le grandi aree metropolitane ma anche stati con densità abitativa più bassa, come lo Utah o l’Idaho, dove il sistema ospedaliero è più fragile. 


D’altronde, ha dichiarato il capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows, «non controlleremo la pandemia». L’affermazione - rilasciata domenica nel corso di un’animata intervista a Cnn e poi ripresa da molte delle testate più progressiste - è stata interpretata come l’ammissione di non volersi impegnare per il contenimento del contagio. «Controlleremo il fatto di avere vaccini, terapie e altri sistemi per mitigarla», ha aggiunto. Le dichiarazioni hanno scatenato le critiche della comunità scientifica e degli oppositori di Trump, tra cui Biden che lo ha accusato di «sventolare bandiera bianca» al virus. La risposta diretta di Trump non si è fatta attendere: «È lui che sventola bandiera bianca alla vita. Non lascia il suo seminterrato. È un candidato patetico, ve lo dico io». 

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