- In vista delle elezioni del 2023, il presidente sta aumentando il controllo sulla società civile e cerca di mettere a tacere l’opposizione attraverso processi farsa e condanne esemplari.
- L’ondata di repressione del governo interessa tanto l’opposizione politica quanto quella civile, colpendo attivisti, giornalisti, movimenti contro la violenza sulle donne e semplici cittadini che manifestano pacificamente.
-
A rischiare la chiusura per via giudiziaria è il più importante movimento femminista della Turchia: We Will Stop Femicide Platform. L’accusa mossa dalla procura di Istanbul è di oltraggio alla moralità e di attacco alla famiglia. Un’interpretazione che rispecchia la visione del governo
Quello di Gezi sembra un parco come tanti, un’area verde nel cuore di Istanbul in cui famiglie, gruppi di amici o lettori solitari possono trovare un po’ di tranquillità e godersi l’ombra degli alberi, a pochi metri di distanza dalla caotica Istiklal Cadesi, la via dello shopping affollata di turisti e vetrine ammiccanti. Gezi però non è sempre stato così tranquillo. Nel 2013 il parco è stato il cuore di un importante movimento di protesta nato per difendere l’area verde della città e trasforma



