- Attraversando il nord e il sud dell’Iraq per un totale di 7mila chilometri, dal 5 all’8 marzo Francesco sarà il primo papa nella storia a visitare Baghdad, Najaf, Ur, Ebil, Mosul e Qaraqosh.
- Il viaggio è rischioso per vari motivi. Da una parte c’è l’emergenza politica e sociale di un paese con le cicatrici inflitte dallo Stato islamico, dall’altra quella sanitaria, con i contagi in aumento e l’ombra flebile delle prime vaccinazioni.
- È atteso l’incontro con il grande ayatollah Ali Sistani, leader internazionale degli sciiti. È un primo passo importante nel dialogo con gli sciiti, che tuttavia non è tanto maturo quanto quello con i sunniti.
Paradossalmente, l’immagine più simbolica dell’Iraq è quella scattata qualche mese fa dalla Stazione spaziale internazionale: un’indefinita macchia nera aperta verso il Golfo Persico, incorniciata dalle luci delle rotte commerciali e petrolifere. In questo buio papa Francesco si appresta ad accendere una luce dal 5 all’8 marzo. Attraversando il nord e il sud dell’Iraq per un totale di 7mila chilometri, Francesco sarà il primo papa nella storia a visitare Baghdad, Najaf, Ur, Ebil, Mosul e Qaraqo



