- Non voglio qui entrare nel merito dell’operazione militare di Israele. Vorrei, però, soffermarmi sulla comunicazione relativa all’eterno conflitto israelo-palestinese.
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Come c’era da aspettarsi il paragone più frequente è con l’Ucraina: perché si piangono le vittime dell’invasore russo e non quelle palestinesi? Perché questa difficoltà a riconoscere Israele come paese aggressore esattamente come la Russia di Putin? E poi giù, con le accuse ai giornalisti di essere al soldo della spectre sionista.
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Chi crede che questa rappresentazione abbia a che fare solo con le sorti ebraiche si sbaglia di grosso. Sono argomenti che hanno molto a che fare con gli affanni odierni di Enrico Letta.
Non voglio qui entrare nel merito dell’operazione militare di Israele a Gaza e della raffica di missili che piovono sulle città dello Stato ebraico, fino a quota Tel Aviv. Anzitutto, perché lo scenario è qui ottimamente coperto da Davide Lerner, con la cui analisi concordo. Secondo, perché affronto i temi relativi ad Israele su riviste di geopolitica specializzate, dove è possibile un’analisi senza essere risucchiati dal tritacarne di un dibattito ideologico. Vorrei, però, soffermarmi sulla



