intervista all’attivista Maati Monjib

La repressione che ha portato all’arresto di Ikram Nazih

FILE - This Sept. 17, 2015 file picture shows Moroccan historian and journalist Maati Monjib standing outside the local headquarters of a human rights group in Rabat, Morocco. Moroccan prosecutors have announced the arrest of the prominent academic on suspicion of money laundering. (AP Photo/Paul Schemm, File)
FILE - This Sept. 17, 2015 file picture shows Moroccan historian and journalist Maati Monjib standing outside the local headquarters of a human rights group in Rabat, Morocco. Moroccan prosecutors have announced the arrest of the prominent academic on suspicion of money laundering. (AP Photo/Paul Schemm, File)
  • Maati Monjib è uno storico attivista per i diritti umani in Marocco. La sua detenzione è terminata appena 5 mesi fa, lo scorso marzo, quando è stato scarcerato e messo in libertà provvisoria dopo 20 giorni di sciopero della fame.
  • La storia di Monjib è uno spaccato importante sul Marocco e sulla situazione dei diritti umani nel paese. È in questo contesto che è avvenuta la detenzione di Ikram Nazih, la cittadina italo-marocchina condannata lo scorso 28 giugno a 3 anni di carcere per blasfemia.
  • «Il destino di Ikram dipenderà dal contesto politico», dice Monjib. Non è da escludere però la possibilità che che il governo ponga invece fine all'episodio in maniera repentina. Esaurita la spinta nazionalista l'esecutivo di di Rabat potrebbe, come già accaduto, archiviare il caso.

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