L’armata di invasione russa sta rallentando l’avanzata sul terreno in Ucraina dopo una partenza lampo, mentre le forze ucraine stanno dimostrando una capacità di resistenza maggiore di quanto gli analisti militari si aspettavano, viste le enormi disparità delle forze e degli armamenti in campo. Anzi il Cremlino ha annunciato l’invio di altre truppe, oltre i 200mila già impiegati, segno che la situazione sta diventando molto più complessa del previsto.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto questa mattina a Parigi che la guerra in Ucraina «durerà» e «dobbiamo prepararci». Cosa è dunque cambiato sul terreno rispetto all’annessione della Crimea nel 2014 quando i russi hanno occupato la penisola nel mar Nero senza sparare un colpo? Molti in quell’occasione hanno parlato di accordi segreti con gli ufficiali ucraini da parte di Mosca per evitare la resistenza.

In questi giorni drammatici, invece, l’esercito ucraino non ha accolto l’invito di Vladimir Putin a «fare un golpe» e disfarsi del presidente Volodymyr Zelensky, ma sta combattendo con determinazione al punto che sembra che l’offensiva stia rallentando, forse per la resistenza ucraina oppure i russi hanno deciso di fermarsi per qualche altro motivo, forse per problemi logistici di rifornimento delle linee perché non hanno raggiunto nessuno degli obiettivi prefissati.

La battaglia comunicativa

Intanto le forze armate russe hanno colpito brutalmente le città ucraine con artiglieria e missili da crociera per il terzo giorno consecutivo, ma il presidente Zelensky ha affermato in un videomessaggio che la capitale Kiev è rimasta in mano ucraina e resiste. Anzi ha dato ordine di preparare bombe molotov e distribuire le armi ai cittadini per una difesa popolare, casa per casa, della capitale. Il sindaco di Kiev ha esteso il coprifuoco nella capitale dalle 17:00 per evitare pericolose infiltrazioni di mercenari ceceni che il Cremlino avrebbe, secondo fonti ucraine non verificabili, spedito nella capitale per eliminare i politici più in vista del governo e lo stesso Zelensky.

Il presidente ucraino avrebbe rifiutato la possibilità di fuggire all’estero che gli avrebbero offerto sia gli americani sia i russi. Per ora Zelensky, un ex comico, con un video fatto con il suo cellulare personale, ha vinto la battaglia comunicativa contro Putin. Inoltre secondo il ministero della Difesa britannico la maggior parte delle forze russe coinvolte nell’avanzata su Kiev si troverebbero a 30 km dal centro della capitale e ci si avvicina a una cruenta e sanguinosa battaglia strada per strada dove la forza dei carri armati si attenua. I russi secondo gli ucraini si sarebbero travestiti da guardia nazionale ucraina per prendere possesso dell’aeroporto di Kiev ma sarebbero stati smascherati. Le truppe russe, dice Mosca, avrebbero preso possesso della città ucraina sudorientale di Melitopol, ma il ministro delle Difesa britannica ha detto di non credere a questa narrazione. Insomma c’è molta confusione e disinformazione.

La resistenza nel Donbass

Alcuni elementi possono essere comunque tratteggiati: nelle regioni del Donbass le forze ucraine stanno resistendo più del previsto, forse perché le trincee e i campi minati hanno rallentato l’avanzata dei carri armati russi. Inoltre in quella zona ci sono i soldati ucraini che da otto anni combattono i ribelli delle regioni separatiste e quindi sono i più preparati militarmente, aiutati da milizie informali cecene e georgiane anti russe.

Una resistenza così forte al punto che i russi avrebbero dovuto distogliere parte delle forze dirette a Kiev rallentando l’avanzata per prendere alle spalle le armate ucraine nel Donbass. Il primo obiettivo dei missili russi sembra siano state le industrie per costruire in loco su licenza i micidiali droni turchi Bayraktar, che stavano già modificando gli equilibri nel Donbass.

I servizi di sicurezza ucraini (Sbu) hanno smentito la notizia secondo cui elicotteri russi sarebbero atterrati nella regione di Leopoli, al confine polacco, uno sviluppo che avrebbe segnalato un ampliamento del teatro dell’invasione e il completo accerchiamento del paese che conta 44 milioni di abitanti.

Il tentativo è quello di sigillare le frontiere con Polonia e Romania per evitare che possano arrivare armamenti occidentali per l’esercito ucraino o per la futura resistenza che trasformerebbe l’Ucraina in un nuovo Afghanistan.

Almeno 198 ucraini, fra cui tre bambini, sono stati uccisi a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, secondo quanto riferito dall’agenzia Interfaxnews dal capo del ministero della Salute ucraino. Kiev è isolata? Non proprio.

Il blocco del Bosforo

Ankara avrebbe bloccato il passaggio, secondo Zelensky, delle navi da guerra russe negli stretti, ma il presidente turco Erdogan non avrebbe ancora deciso la chiusura del Bosforo e dello stretto dei Dardanelli, ha detto un funzionario turco a Middle East Eye.

«La Turchia – ha precisato – non ha ancora preso una decisione sulla chiusura alle navi russe». La decisione sarebbe molto importante perché potrebbe incrinare l’intesa tra Mosca e Ankara. La Turchia anzi si è candidata a mediatore tra le due parti ma Mosca potrebbe rifiutare perché Ankara finora non ha mai riconosciuto l’annessione della Crimea da parte russa.

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