GUERRA O PACE

La via d’uscita dalla crisi ucraina dipende da Scholz. Draghi si eclissa

(Il cancelliere tedesco alla conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino. Foto AP)
(Il cancelliere tedesco alla conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino. Foto AP)
  • I rumor fatti filtrare da Washington si sono spinti fino al pronostico di una invasione russa dell’Ucraina mercoledì. La Casa Bianca ripete che l’azione offensiva di Mosca è «imminente», e l’esodo occidentale da Kiev è la rappresentazione plastica dell’allerta dichiarata. 
  • In questo scenario si muove l’Europa. L’Italia manda Luigi Di Maio – non  Mario Draghi – a dialogare a Kiev e a Mosca. Le aspettative per una uscita diplomatica dalla crisi si concentrano sulla Germania, il paese europeo ad avere l’atteggiamento più pragmatico verso la Russia. Mosca lo sa, sa che l’occasione per incassare qualche obiettivo diplomatico c’è, e non a caso ha inviato segnali distensivi mentre Scholz era con Zelensky. Ora va da Putin.
  • Non c’è espressione migliore, per definire la strategia tedesca, se non quella che le attribuisce Scholz stesso: una «strategia doppia». Ma visto che l’ipotesi che Washington possa «fare un patto» con Putin non è peregrina, la Germania, con tutte le sue contraddizioni, è quantomeno garanzia che anche l’Europa partecipi al dialogo sulle sue stesse sorti.

Per continuare a leggere questo articolo