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La buona notizia è che tutte le 23 principali banche degli Stati Uniti hanno superato lo stress test annuale della Federal Reserve. La cattiva notizia, invece, è che perderebbero qualcosa come 541 miliardi di dollari in un ipotetico “scenario economico apocalittico”.
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Mario Draghi, in un discorso al Mit, ha ricordato che la guerra in Ucraina e il ritorno dell’inflazione, assieme alle tensioni con la Cina, hanno determinato un «cambio di paradigma» che ha «spostato silenziosamente la geopolitica globale dalla competizione al conflitto».
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La Germania è in recessione tecnica e la Cina di Xi Jinping non riesce a far ripartire i consumi interni perché una gran parte dei risparmi dei cinesi sono stati investiti nel settore immobiliare oggi in difficoltà. Inoltre la Fed alzerà ancora i tassi e questo potrebbe provocare una recessione.
La buona notizia è che tutte le 23 principali banche degli Stati Uniti hanno superato lo stress test annuale della Federal Reserve, effettuato per valutare la loro capacità di far fronte a un’ipotetica grave crisi finanziaria o a una grave recessione del Pil. La cattiva notizia, invece, è che le banche americane sarebbero in grado di affrontare il vento in direzione ostinata e contraria ma questo avrebbe un costo elevato per i loro bilanci: secondo il rapporto pubblicato dalla vigilanza Fed,



