Le bordate di Lavrov: «Le idee dell’Europa per la pace sono inutili»

«L'Europa sta cercando in tutti i modi di sedersi al tavolo dei negoziati, ma le idee che l'Europa sta sviluppando non saranno utili». È un consesso piuttosto serio quello nel quale Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione russa, decide di lanciare le sue bordate verso l’Europa. L’Accademia diplomatica del ministero tiene la sua decima tavola rotonda degli ambasciatori, un incontro al quale sono stati invitati più di 100 diplomatici accreditati a Mosca e diversi altri rappresentanti di organizzazioni internazionali. La linea intrapresa dalla seconda voce (per importanza) del Cremlino è semplice. C’è un Occidente buono e uno cattivo. Quello buono – in piena sintonia con i titoli che Trump si conferisce da solo – sono gli Stati Uniti. Quello cattivo, o meglio, inutile, è l’Europa. Per cui Lavrov è stato abbastanza chiaro: con gli Stati Uniti «tutti i possibili fraintendimenti e incomprensioni sono stati risolti» e «il significato di queste intese risiede nel fatto che l'Ucraina deve tornare ad essere non allineata, neutrale e senza armi nucleari». La Russia dunque insiste «affinché venga raggiunto un pacchetto di accordi per una pace duratura, sostenibile e a lungo termine, con garanzie di sicurezza per tutti i paesi coinvolti». Trump vuole «allontanare l’Italia» dall’Ue. Armi per Kiev, Meloni azzoppata dalla Lega Intesa con il tycoon Il quadro di assoluta intesa con l’amministrazione americana ha poi il suo corollario nel doppio fastidio – quello verso l’Ue e quello verso il presidente ucraino – che sia Mosca che Washington condividono. Così, per un Trump che invita Zelensky a tenere elezioni mentre le bombe cadono e la legge marziale è in vigore, c’è un Putin che ne contesta la legittimità a trattare per mandato scaduto (5 anni dal 2019) e un Lavrov secondo il quale Zelensky vuole prolungare il conflitto per una «questione di sopravvivenza politica e forse fisica». Poi il pezzo forte, l’Europa. Della nuova strategia americana rispetto all’Europa si discute da giorni. Lavrov rincara così la dose: «In Occidente, le risorse finanziarie, logistiche e militari per condurre una guerra per procura contro la Russia si stanno esaurendo […] Come emerge chiaramente dalla dichiarazione di un rappresentante del governo tedesco, l'unica cosa a cui l'Europa occidentale sta pensando è ottenere un cessate il fuoco, prendersi una pausa e preparare di nuovo Zelensky e il suo regime alla guerra contro la Federazione Russa […] L'atteggiamento dell'Europa nei confronti di Zelensky e del suo regime, considerati “senza macchia” e meritevoli di sostegno in qualsiasi circostanza, suggerisce anche dei dubbi sulla sanità mentale dei leader europei, nonché sulla loro utilità nei negoziati per raggiungere una soluzione duratura, sostenibile e giusta, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sui principi del diritto internazionale». Arrogando infine alla Russia la voglia di fare la pace e di porre fine al conflitto. Il paradosso dell’Europa titubante: sono gli asset russi a congelare l’Ue Lo zar guerriero È un esercizio di pacifismo un po’ complicato quello di Lavrov. Perché al contempo riecheggia le recenti parole di Putin – «se l’Europa vuole entrare in guerra, la Russia è pronta» – e soprattutto perché, sempre durante l’incontro di Mosca, avvisa: «Voglio ribadire che anche noi abbiamo una costituzione e, in base a questa costituzione, la Crimea, le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e le regioni di Kherson e Zaporizhzhia sono parti integranti e regioni paritarie della Federazione Russa. E sottolineo ancora una volta ciò che ho già detto più volte. Non abbiamo bisogno di territori». Considerando che sul campo la Russia non ha preso ancora tutto il Donbass e meno che mai le regioni di Zaporizhzhia e Kherson, è uno strano modo di dirsi sazi. Eppure, a conferma della linea, gli stessi obiettivi sono stati nella serata di giovedì 11 ribaditi, durante una videoconferenza con i comandi militari russi, da Vladimir Putin: «L'iniziativa strategica è completamente nelle mani delle forze armate russe», scandisce il capo del Cremlino, e l’avanzata russa, aggiunge, «si sta svolgendo in modo progressivo e sostenuto». Fare dell’Ue una colonia commerciale: ecco il vero obiettivo Maga In sintesi, come affermato da Starmer, Macron e Merz, le trattative sono ormai arrivate a un punto critico. Sono stati chiesti colloqui con Usa e Ucraina per il fine settimana. Intanto l’Istituto Kiel – uno dei più importanti centri di ricerca al mondo sull’economia internazionale - certifica che l'aiuto militare estero per l'Ucraina cala ininterrottamente dalla scorsa estate. L’aiuto medio annuo, fornito principalmente dagli Usa e dall'Europa, era di circa 41,6 miliardi di euro tra il 2022 e il 2024. Quest'anno, l'Ucraina ha invece ricevuto 32,5 miliardi, con l'Italia che ha ridotto del 15 per cento i suoi già bassi contributi rispetto al periodo precedente. Il manifesto del pensiero odierno di Lavrov è nella felpa che questa estate, a favore di stampa, ha indossato all’arrivo al vertice russo-americano di Anchorage. A lettere cubitali c’era scritto Cccp: non un omaggio alla band punk di Giovanni Lindo Ferretti, ma un’invocazione per evocazione, attraverso il nuovo confronto faccia a faccia con gli Stati Uniti, a quello status di potenza che la Russia ha perso con il crollo dell’Urss. E che ora vuole recuperare proprio attraverso la guerra in Ucraina. L’ambiguità della premier Meloni e il vero interesse nazionale