Nel 2021 si dovrebbero portare a termine soltanto dieci esecuzioni, il record negativo dal 1983, ma gli stati governati dai repubblicani resistono alla moratoria proposta da Joe Biden e pensano a modalità sempre più sinistre per aggirare il rifiuto delle aziende farmaceutiche di fornire le droghe letali
- Non si sta materializzando il revival delle pene capitali sognato dall’Amministrazione Trump, che tra il 2020 e il 2021 ha deciso di mandare al patibolo ben tredici persone. Le esecuzioni, in termini assoluti, sono in calo.
- Il problema è anche la scarsità disponibilità delle droghe usate nelle iniezioni letali, da circa trent’anni il metodo prevalente usato dai boia statali. L’originario cocktail di tre droghe è sempre stato più difficilmente reperibile a causa della riluttanza delle aziende farmaceutiche a fornire i farmaci.
- Due stati repubblicani hanno deciso di ripristinare vecchi metodi per portare a compimento le sentenze: in South Carolina il condannato può scegliere tra la sedia elettrica e la fucilazione, mentre l’Arizona ha acquistato i componenti per creare camere a gas.
L’immagine del condannato che attraversa un lungo corridoio, si distende su un lettino, viene legato con delle cinghie e poi gli viene iniettato un potente barbiturico nelle vene è sempre più rara nelle prigioni americane. Tutt’altro che il revival sognato dall’amministrazione Trump, che a cavallo tra il 2020 e il 2021 ha deciso di mandare al patibolo ben tredici persone in attesa della sentenza capitale comminata dal governo federale. Le sentenze di morte nel penitenziario federale di Terre



