Le truppe Ucraine sono state costrette, per mancanza di rifornimenti, a un graduale ritiro dalla città di Bakhmut, nel Donetsk, dove Mosca ha intensificato l’attacco. Lo riferisce l’intelligence britannica in un report: «Le forze ucraine controllano ancora i quartieri occidentali della città ma stanno affrontando problemi significativi con il rifornimento». 

Il ministero della Difesa britannico ha inoltre comunicato una maggiore cooperazione tra i mercenari Wagner e il ministero della Difesa russo. 

Gli aggiornamenti dal fronte

Nella mattina di venerdì 14 aprile, nella città occupata di Melitopol, c’è stata un’esplosione vicino a un deposito ferroviario. «In città si è udita un'esplosione molto potente, che è stata udita anche nei villaggi circostanti», ha detto il sindaco ucraino Ivan Fedorov, secondo il quale nei pressi della stazione i soldati russi starebbero accumulando munizioni e armi. 

Le nuove minacce all’Occidente

Il ministro della Difesa della Bielorussia Viktor Khrenin ha dichiarato che se l’occidente continuerà a utilizzare una retorica «ostile», Minsk dispiegherà delle armi nucleari sul territorio bielorusso: «Se necessario, avremo anche armi nucleari strategiche. E stiamo già preparando i siti che abbiamo». 

A fare eco a queste affermazioni, l’attacco del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev contro la Polonia. Su Twitter Medvedev si è scagliato contro il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, per aver rivendicato il diritto ucraino a reagire all’invasione russa, potendo contare anche sul supporto della Nato per vincere la guerra. «Non so chi vincerà o perderà una guerra del genere, ma considerando il ruolo della Polonia come avamposto della Nato in Europa, questo paese è destinato a scomparire insieme al suo stupido primo ministro», ha scritto Medvedev. 

La mediazione di Pechino 

In questi giorni il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è stato impegnato in una visita di Stato in Cina e, venerdì, ha incontrato anche l’omologo cinese Xi Jinping. Tra i temi affrontati nei vari colloqui ufficiali, Lula ha portato anche la sua proposta per una possibile pace in Ucraina. 

Il presidente brasiliano vorrebbe, infatti, farsi mediatore, assieme ad altri paesi tra cui la Cina, di un piano di pacificazione, secondo il quale la Russia dovrebbe restituire all’Ucraina i territori conquistati dopo il 24 febbraio 2022, ma otterrebbe la sovranità sulla Crimea. Un piano che ha suscitato l’opposizione di Kiev e dell’Occidente. Il ministro degli Esteri cinese ha ribadito di voler facilitare il processo di pacificazione nel conflitto e che Pechino non venderà armi a nessuna delle due parti coinvolte. 

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