È un outsider “pragmatico” e ha pieno mandato per imprimere una svolta importante al paese. Appena eletto con il 49 per cento dei voti, il nuovo presidente sudcoreano ha un passato da operaio bambino, vuole ridurre il potere dei conglomerati industriali e dialogare con Pyongyang e Pechino. Tra le sue priorità, quella di dare più tutele ai lavoratori
Ancor più che per eleggere il capo dello stato, i sudcoreani l’altro ieri si erano recati alle urne per voltare pagina, scacciando i fantasmi della legge marziale imposta il 3 dicembre scorso dall’ex presidente Yoon Suk-yeol e dei successivi sei mesi di caos politico. Per questo, dopo l’impeachment (il terzo in 21 anni) e la rimozione di Yoon il 4 aprile, hanno scelto Lee Jae-myung, del Partito democratico (Dpk), sessantunenne outsider, con un passato da operaio bambino e un presente da combatte



