L’autocrate bielorusso, presidente dal 1994, non ha mai lasciato lo scettro del comando, usando sia il pugno d’acciaio contro le rivolte di piazza sia le finte aperture democratiche all’Europa. Con la “mediazione” nella crisi fra Putin e Prigožin cerca spazi di autonomia da Mosca per immaginare un futuro dopo lo zar
- Il tentato golpe di Evgenij Prigožin, il leader e fondatore di Wagner, ha un mediatore di eccezione, Aleksander Lukashenko, che da satellite di Mosca è diventato il salvatore della patria nel giro di sole 24 ore.
- .Lukashenko, 69 anni, è presidente dal 1994, cioè dalle prime elezioni libere dopo la caduta dell'Unione Sovietica e da quel giorno non ha mai lasciato lo scettro del comando usando sia il pugno d’acciaio contro le rivolte di piazza sia le finte aperture democratiche all’Europa.
- L’uomo forte di Minsk sta cercando di guadagnare sempre maggiori margini di autonomia decisionale per evitare di essere trascinato nella polvere nel caso in cui il suo potente protettore russo dovesse essere costretto alle dimissioni. Una mossa abile che tende a separare i destini di Bielorussia e Russia in un momento turbolento per Mosca.
Il tentato golpe di Evgenij Prigožin, il leader e fondatore di Wagner, ha un mediatore di eccezione, Aleksander Lukashenko, che da satellite di Mosca è diventato il salvatore della patria nel giro di sole 24 ore. Certo è possibile che Lukashenko abbia voluto intervenire in questa opera di mediazione disperata non tanto o non solo per salvare il presidente Vladimir Putin da una situazione di grave pericolo, ma anche sé stesso da un crollo del regime che lo avrebbe coinvolto e trascinato nella



