Leone XIV contro Bibi: «Usare la fame come un’arma è un crimine»

Milioni di persone ancora muoiono di fame e «la comunità internazionale non può voltarsi dall'altra parte». È il messaggio lanciato da papa Leone XIV dal palco del World Food Forum della Fao, a cui hanno preso parte anche il capo di stato Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione e degli 80 anni dalla fondazione dell’organizzazione dell’Onu, il pontefice ha sollecitato una presa di coscienza collettiva volta a riesaminare «le nostre priorità e il nostro modo di vivere». Perché non si può aspirare a una vita sociale più giusta, continuando a giustificare la fame «come fosse semplicemente una responsabilità altrui». Ogni volta che scegliamo il silenzio, «diventiamo complici» di un’ingiustizia. Fotografare la fame in Sudan, Ivor Prickett: «Bisogna essere nei luoghi dove nessuno vuole guardare» «Colpa storica» Il «paradosso oltraggioso» evidenziato dal papa è il sistema di disuguaglianze che permette «a pochi di avere tutto e a molti di non avere nulla». Mentre milioni di persone sono vittime della fame, e spesso costrette a «trovare nella spazzatura» qualcosa da mangiare, il resto del mondo continua a tollerare che si sprechino ogni giorno «tonnellate di alimenti». Per Prevost, lasciare che 673 milioni di esseri umani vadano a dormire a stomaco vuoto, non è solo «un fallimento collettivo» ma soprattutto «un’aberrazione etica» e «una colpa storica». Specialmente nel nostro tempo, in cui i progressi tecnologici e scientifici hanno permesso di aprire «orizzonti un tempo inimmaginabili», ma non ci hanno ancora insegnato a liberarci dall’apatia e dall’indifferenza. Una contraddizione messa in luce anche dal presidente Mattarella che, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione del Museo e rete per l’alimentazione e l’agricoltura alla Fao, ha detto: «Proprio mentre crescono le conoscenze, le risorse e le potenzialità tecnologiche, anche con rilevanti applicazioni al settore agricolo, assistiamo a nuovi scenari di carestia, a inaccettabili sperequazioni e a un regresso di quel sistema multilaterale». La strategia della fame per dividere i gazawi La fame come arma Intanto, in diversi luoghi del pianeta la povertà è tutt’ora una condizione di vita strutturale e la fame un’arma di guerra. È stato ancora papa Leone a sottolinearlo, ricordando come il diritto internazionale umanitario vieti senza eccezioni «di attaccare civili e beni essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni». Una pratica, ha detto Prevost, che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha condannato da anni «riconoscendo il nesso esistente tra conflitti armati e insicurezza alimentare», ma a cui sembriamo non dare la giusta rilevanza. Poiché, come afferma il pontefice, «con dolore, siamo testimoni del continuo uso di questa strategia che condanna uomini, donne e bambini». Difficile non pensare a quello che sta accadendo a Gaza dove, nonostante la tregua, il valico di Rafah resta chiuso e i palestinesi, già allo stremo dopo mesi di guerra, non hanno accesso agli aiuti umanitari. Un diplomatico per Gaza: tutte le carte di Meloni per fare affari nella Striscia Riscoprire il multilateralismo Infliggere la fame ai civili è un crimine meschino che non si può più ignorare, ma sul quale bisogna intervenire con determinazione tramite il rafforzamento costante del multilateralismo. Giudicato da Mattarella «l’unico paradigma in grado di dare vere risposte a questi bisogni». Sul tema è intervenuto anche il papa chiedendo alle istituzioni mondiali di mettere da parte le polarizzazioni, perché non arrecano alcun beneficio alla causa ma sprecano solo «tempo e risorse». E troppo spesso il dolore di chi ha più bisogno è stato strumentalizzato per interessi personali. A questo proposito, Leone XIV si è espresso chiaramente: «Gli slogan non fanno uscire dalla miseria». Non basta «invocare la solidarietà», ma servono azioni concrete per garantire «la sicurezza alimentare, l’accesso alle risorse e uno sviluppo rurale sostenibile». Una posizione condivisa dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, commentando le parole del pontefice su X, ha scritto: «Raggiungere l’obiettivo fame zero sarà possibile solo se ci sarà la volontà reale di farlo. L’Italia - ha aggiunto - ha sempre creduto nel diritto umano universale all’alimentazione». Nello stesso post social, la premier ha detto di sentirsi «fiera» di rinnovare «l’impegno dell'Italia nel rafforzare la sovranità alimentare del continente africano tramite il Piano Mattei che coniuga lo sforzo pubblico con investimenti privati in partenariati paritari con le nazioni africane». Nel corso del forum, è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ammettendo la necessità di «fare molto di più», ha ribadito l’impegno del governo nella sfida per il diritto all’alimentazione. In riferimento alla situazione a Gaza, il vicepremier ha annunciato che l’Italia è pronta a inviare nei prossimi giorni cento tonnellate di aiuti in Medio Oriente, perché «non possiamo non fare il possibile per alleviare le sofferenze dei gazawi. Oggi celebriamo 80 anni di una storia incentrata sull’impegno comune per la salvaguardia del diritto al cibo alla sicurezza alimentare per tutti». Raji Sourani: «A Gaza ora serve tutto. Ma prima di tutto serve giustizia»