In Russia all’affermazione “Putin è da troppo tempo al potere”, può capitare sovente di sentirsi rispondere dai filoputiniani: “E la Merkel?”. In carica da sedici anni alla cancelleria tedesca, Angela Merkel è il capo di governo politicamente più longevo in Europa dopo la ventennale leadership di Vladimir Putin.

Non stupisce, pertanto, che i due leader abbiano nel tempo instaurato un dialogo costante, facilitato dalla reciproca conoscenza delle lingue tedesca e russa. In questi anni i rapporti sono stati contraddistinti da alti e bassi, ma una convinzione ha sempre permeato l’atteggiamento politico di Merkel: la Russia non è solamente un partner commerciale ed economico, ma è un paese con il quale bisogna trattare in politica internazionale.

Alla fine del suo mandato la cancelliera tedesca sta cercando di chiudere o, quantomeno, di lasciare in eredità al suo successore alcuni dossier che costituiscono le famose “linee rosse” di cui Putin ha parlato qualche mese fa: il caso Navalny, la situazione in Donbass, le rivolte in Bielorussia.

A un anno dal tentato omicidio, ricordiamo che la Germania si adoperò per ricoverare Navalny in una struttura ospedaliera di Berlino e Merkel non risparmiò al presidente Putin dure critiche sull’arresto dell’oppositore russo. È altresì noto che molte ong e fondazioni tedesche hanno sempre sostenuto, anche economicamente, le attività degli oppositori extraparlamentari russi.

Nella “questione ucraina” Merkel, con il sostegno del presidente francese, Emmanuel Macron, ha favorito un dialogo iniziale fra l’Ucraina di Volodomyr Zelensky e la Russia di Putin per la risoluzione del conflitto nel Donbass. Nel 2014 la riunificazione della Crimea alla Russia aveva, infatti, “raffreddato” i rapporti politici e personali fra Merkel e Putin, basati su reciproca diffidenza ma rispetto.

Tuttavia, la Realpolitik e la lunga esperienza politica della cancelliera hanno costituito i tratti essenziali del suo approccio pragmatico alla questione russa che riscontriamo in alcune dichiarazioni: «Che il presidente russo non sia un partner facile è del tutto chiaro», ma parlare con Vladimir Putin «sarebbe un’espressione di sovranità per l’Ue» che dovrebbe trovare un «modus operandi», indipendente da quello americano, per interagire con la Russia.

Da “ragazzina dell’est” Merkel è diventata “die Mutti”, la mamma buona che difende gli interessi dei cittadini tedeschi – non sempre coincidenti con quelli dei cittadini europei – in un’Europa sempre più minacciata da pericoli esterni. Nell’ottica dell’interesse nazionale Merkel non ha esitato a investire politicamente sul progetto privato del gasdotto Nord Stream 2 che attraverso il Mar Baltico raddoppierà la fornitura di gas russo all’Europa, principalmente alla Germania e alla Polonia.

Fortemente criticato con minacce di sanzioni dagli Usa, Merkel è riuscita comunque ad ottenere “un compromesso costruttivo” con il presidente americano, Joe Biden, e domenica prossima la cancelliera incontrerà il presidente Zelensky per parlare non solo dei problemi dell’Ucraina orientale, ma per rassicurarlo sull’impegno della Germania a finanziare la transizione verde del paese.

Un pranzo di tre ore

Nell’incontro di ieri in forma di “pranzo di lavoro” durato tre ore, Merkel e Putin hanno ribadito il “dialogo costruttivo” che caratterizza il rapporto tra i loro paesi e hanno anche affrontato la situazione in Afghanistan.

Durante la conferenza stampa congiunta Putin ha affermato l’impegno del governo russo a rispettare gli accordi di transito del gas con l’Ucraina sino al 2024, la necessità che gli Usa, l’Ue e la Russia affrontino insieme la situazione afghana, ma dinanzi alla richiesta di Merkel di liberare Navalny, Putin è stato molto chiaro: «Non è stato condannato per la sua attività politica, ma per i crimini commessi contro Yves Rocher« e la «guerra alla corruzione è importante, ma non deve essere utilizzata come strumento di lotta politica». Infine, Putin, che all’inizio del vertice ha regalato un mazzo di fiori alla cancelliera, ha dichiarato che la «signora Merkel sarà sempre un’ospite gradita in Russia».

Si chiude un’era nei rapporti fra la Russia e la Germania dove lo stile politico di Merkel, contraddistinto da qualità personali (astuzia, saggezza, capacità di ascolto e di dialogo) e concretezza dell’azione politica hanno rappresentato quelle caratteristiche che la politica putiniana ha sempre desiderato: dialogo, compromesso e il riconoscimento che la Russia è un partner al pari degli Usa.

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