L’attivista ed ex consigliera di de Blasio Maya Wiley è la candidata che esprime l’ala sinistra del partito e ha la benedizione di Alexandria Ocasio-Cortez. La sua candidatura ricorda gli esperimenti progressisti che spesso sono stati fagocitati dalle logiche del potere democratico e dalle politiche dure sulla sicurezza
- L’attivista ed ex consigliera di de Blasio Maya Wiley è la candidata progressista che esprime l’ala del partito di Elizabeth Warren e Alexandria Ocasio-Cortez, che le ha dato il suo endorsement.
- Wiley è terza nei sondaggi dietro Eric Adams e Andrew Yang. Storicamente la città di New York ha rifiutato i candidati radicali come lei. L’esperimento fallito di Dinkins ha aperto la strada negli anni Novanta a una serie di sindaci securitari.
- Ma Wiley non è solo lotta e ideologia: c’è anche la strategia. Spera di uscire vincitrice grazie al voto alternativo: anziché scegliere un singolo nome, gli elettori devono fare la loro personale classifica. E Wiley vuole essere la seconda scelta di tutti gli altri.
Una vecchia battuta della vecchia Hollywood diceva che il partito comunista americano aveva solo due sedi: una a Hollywood, con tanti sceneggiatori iscritti, e l’altra a Manhattan. Non solo per fare una facile battuta sui ricchi con idee radicali che sarebbero diventati anni dopo i protagonisti di un pamphlet scritto da Tom Wolfe nel 1970. Il particolare mix etnico di New York ha sempre favorito una certa popolarità alle idee di sinistra, anche in tempi non propriamente favorevoli: il 6 novem



