- Primo presidente tunisino eletto dopo la rivolta democratica del 2011, Moncef Marzouki si trova in esilio a Parigi, condannato per aver denunciato la deriva autoritaria dell’attuale capo dello stato Kaïs Saïed.
- La crisi economica e politica che il paese attraversa allarma il governo Meloni. «C'è preoccupazione per il flusso migratorio che proviene dalla Tunisia», ha detto il sottosegretario Mantovano presentando la relazione annuale dell’intelligence.
- Marzouki attacca l’approccio miope di Italia ed Europa: «Sostenete i regimi perché fermino le partenze, ma è da loro che la gente scappa. Solo la democrazia porta stabilità».
Siria, Libia, Yemen, Egitto e infine Tunisia. A più di dieci anni dalle primavere arabe, i paesi dove le proteste pro democrazia hanno avuto maggior impatto si ritrovano in guerra o governati da regimi autoritari. L’ex presidente tunisino Moncef Marzouki vive questo paradosso: medico e attivista per i diritti umani, tra il 1994 e il 2011 è stato più volte arrestato in quanto oppositore del presidente-dittatore Ben Ali e costretto a rifugiarsi in Francia. Rientrato in Tunisia all’indomani del



