Fatto davvero raro: quest’anno in Marocco il re Mohammed VI invita a non sacrificare per la festa dell'Aid el Kebir a causa della siccità. Il monarca marocchino è insignito dello status di "comandante dei credenti " (il che significa autorità su tutte le genti del libro, ebrei e cristiani inclusi) e tradizionalmente compie per primo il rito del sacrificio – che quest’anno dovrebbe tenersi tra il 6 e il 7 giugno – dopodiché tutta la popolazione musulmana lo segue.

Ma il sovrano ha chiamato la popolazione a non compiere l’atto che ogni buon musulmano sente il dovere di imitare in tutto il mondo. La festa ricorda l’episodio in cui Abramo sacrificò un ariete al posto del figlio, che nell’islam è identificato con Ismaele e non Isacco. Il motivo della richiesta del sovrano è il drastico calo del numero di capi di bestiame dovuto alla siccità che dura da alcuni anni e ha fatto schizzare i prezzi alimentari.

«Il nostro paese sta affrontando sfide climatiche ed economiche che hanno portato ad una sostanziale diminuzione del bestiame» ha osservato il re in una lettera indirizzata ai credenti e letta in maniera solenne dal ministro degli affari religiosi alla televisione nazionale. Pur consapevole dell'importanza religiosa di tale celebrazione, il re ha chiesto al suo popolo di «astenersi dal compiere il rito del sacrificio dell’Aid di quest'anno». Secondo Mohammed VI «il suo compimento nelle attuali difficili condizioni probabilmente comporterebbe un danno per gran parte degli abitanti del paese e in particolare per quelli con bassi redditi».

Il Marocco sta affrontando il settimo anno consecutivo di siccità che ha portato ad una diminuzione del bestiame di quasi il 40 per cento in un anno, dovuto in particolare a un deficit di pioggia del 53 per cento rispetto all'anno precedente. Secondo il ministero dell'agricoltura del regno si tratta della peggiore siccità dall'inizio degli anni '80. Il calo del numero di capi di bestiame ha già causato un aumento dei prezzi della carne saliti alle stelle perché il governo sovvenziona gli importatori ma non direttamente il prodotto.

Un chilo di carne rossa a Casablanca costa oggi circa 11 o 12 euro, il che rappresenta un prezzo alto per i più poveri, considerando il salario medio di circa 290 euro al mese. Mohammed VI ha voluto rivolgersi ai suoi sudditi poco prima dell’inizio del mese di digiuno del Ramadan. Come per tutte le festività islamiche, l’esatto inizio delle festività è determinato all’ultimo momento utile e per consenso dagli ulema, cioè dai saggi in scienze religiose. Può anche avvenire che vi siano delle differenze (di qualche ora o al massimo un giorno) tra un paese musulmano e un altro. Nel suo messaggio il re, il cui status di "comandante dei credenti" gli conferisce l'autorità esclusiva sugli affari religiosi del suo paese, ha ricordato che la festa del sacrificio non rappresenta uno dei cinque pilastri dell'islam (e cioè la testimonianza di fede, la preghiera, l’elemosina, il digiuno di ramadan e il pellegrinaggio alla Mecca) ma una norma o tradizione riconosciuta da applicare «nella misura del possibile».

Suo padre il re Hassan II aveva preso una decisione simile e per le stesse ragioni nel 1996. La crisi ecologica e il cambiamento climatico stanno avendo un forte impatto anche sul comportamento sociale delle popolazioni, incidendo anche su riti e tradizioni religiose e culturali. Mohammed VI ha chiesto ai marocchini di onorare le festività concentrandosi sulla preghiera e l’elemosina, oltre che a tutte le altre “devozioni che rendano grazie a Dio”. Da vedere se altre nazioni islamiche seguiranno l’esempio del Marocco.

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