- Quello che sta accadendo in Cina, alle prese con il suo primo vero lockdown diffuso dopo la prima ondata di gennaio 2020, è qualcosa di assolutamente imprevisto.
- Il governo ha messo in atto una repressione durissima, ma di inedito, in quello che sta accadendo, c’è soprattutto la massiccia diffusione di testimonianze uscite dai confini nazionali.
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Pare che Shanghai, ai primi accenni di contagi, puntasse a gestire il Covid alla maniera occidentale, con un accenno di convivenza col virus e regole meno ferree. Il governo di Pechino ha subito rimesso in riga il governo provinciale.
Quello che sta accadendo in Cina, alle prese con il suo primo vero lockdown diffuso dopo la prima ondata di gennaio 2020, è qualcosa di assolutamente imprevisto. E non tanto per le modalità brutali con cui si obbligano i cittadini positivi a “deportazioni” in strutture sporche e alienanti o per le regole imposte dal governo, ma per gli effetti che tutto questo ha generato. Non capita spesso che i cittadini cinesi si ribellino alle decisioni di Pechino e, se accade, sono episodi isolati, di cu



