«L’Africa e l’Ucraina sono sulla stessa barca». La frase, pronunciata da Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, è il titolo del new deal Kiev-Africa inaugurato agli inizi di ottobre dal capo della diplomazia del paese est-europeo, volato nel continente per saldare nuovi legami attorno all’esportazione di grano e, soprattutto, spostare gli equilibri filo russi, o quanto meno non ostili a Mosca, della maggioranza di paesi africani. Il viaggio, con quattro tappe in Senegal, Costa d’Avorio, Ghana e Kenya, il primo compiuto in Africa da un ministro degli Esteri ucraino nella storia del paese, segna un cambio epocale nella strategia di contatti e nuove amicizie che l’Ucraina cerca di innescare fuori dall’Europa e di erosione di consensi al nemico russo.

L’asse Africa-Russia

In occasione della risoluzione Onu di mercoledì 12 ottobre, che invitava gli stati membri a non riconoscere gli esiti dei referendum e l’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia, nessun paese africano si è espresso a favore della Russia. L’astensione dell’Eritrea, storico alleato, ha fatto rumore. Mentre sono aumentati i paesi che hanno appoggiato la risoluzione. «Sono stato particolarmente felice di vedere che, i quattro paesi che ho di recente visitato in Africa, hanno sostenuto la risoluzione», ha detto Kuleba nel corso di una conferenza stampa per i media africani all’indomani della votazione.

Nelle precedenti risoluzioni, al contrario, l’astensione era sempre stata un’opzione diffusa in Africa (in questo caso 19 paesi africani su 54 hanno scelto scheda bianca) con il caso dell’Eritrea che aveva sempre votato contro.

Il grano è l’arma che l’Ucraina ha a disposizione per guadagnare amicizie in un continente vessato da siccità e conseguenti carestie che sottraggono materie prime al sostentamento basilare delle popolazioni. In occasione dell’incontro con il presidente del Senegal Macky Sall – attualmente presidente di turno dell’Unione africana – Kuleba ha annunciato che l’Ucraina manderà «barche piene di semi per l’Africa», aggiungendo che «faremo del nostro meglio fino all’ultimo respiro per continuare a esportare grano ucraino in Africa e nel mondo per la sicurezza alimentare».

Cambiano gli equilibri

Il viaggio del ministro degli Esteri ucraino, quindi, spariglia in modo sostanziale le carte e potrebbe ridisegnare equilibri geopolitici in un continente in cui la penetrazione russa sembrava avanzare incontrastata. Presente ormai da molto tempo in Centrafrica, Sudan, Libia, Mozambico, che a settembre ha risposto con un secco “no” alle richieste Usa di estromettere dai propri porti sette compagnie di navigazione e una settantina di navi di Mosca, la Russia ha guadagnato posizioni di grande influenza in tutto il Sahel travolto da una serie infinita di colpi di stato.

In Mali il presidente golpista Goïta, dopo aver cacciato l’ambasciatore francese e iniziato una defrancesizzazione del paese, si è gettato definitivamente tra le braccia di Mosca. Mentre è sempre più evidente che dietro il processo che ha condotto il neo presidente del Burkina Faso Traore al potere attraverso il secondo putsch in meno di nove mesi, ci sia una volontà di mettersi sotto l’egida russa ancora più netta della giunta golpista precedente. I mercenari di Wagner, fedelissimi di Putin, inoltre, sono ormai stabilmente presenti in molti paesi africani dove esportano i loro metodi spaventosi affiancando gli eserciti regolari nella lotta contro jihadismo e terrorismo, e nella protezione delle miniere.

Dopo Sudan, Libia, Mozambico, Mali e Centrafrica, i mercenari al soldo di Dimitri Utkin, veterano delle forze speciali e Yevgeni Prigozhin, amico stretto di Putin, hanno intrapreso collaborazioni militari con Botswana, Nigeria, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Ciad e Guinea Bissau.

L’Ucraina, così, irrompe sulla scena africana dopo una totale assenza e, soprattutto, dopo anni di assoluta prevalenza russa. «I razzi russi non colpiscono solo gli ucraini, ma hanno una influenza diretta sulla qualità della vita degli africani», ha concluso Kuleba al termine della conferenza stampa. Kiev spera di aprire un varco ucraino in Africa e cominciare a spostare l’asse di influenza nel continente.

© Riproduzione riservata