il premier lascia la leadership

L’uscita forzata di Boris Johnson apre le porte a un falco al governo

(Foto AP)
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  • Boris Johnson aveva fatto irruzione al governo con spavalderia, a bordo di una ruspa, gridando: «Get Brexit done!», «Sia fatta Brexit!». Uscirà di scena da Downing Street trascinato a forza dai suoi stessi compagni di partito, e stavolta con loro a dirgli: «Get exit done!», «Sia fatto fuori il disastroso primo ministro».
  • Proprio come era successo alla predecessora May, che Johnson aveva rimpiazzato, non è bastato sopravvivere a un voto di sfiducia per restare in sella. Uno dopo l’altro, i membri del governo hanno iniziato ad abbandonare il premier. Così il premier si è visto costretto a rinunciare alla leadership del partito conservatore, in vista poi di un addio al governo.
  • Ma chi pensa che la cacciata del «clown», famoso per lo «scandalo dei party», sia di per sé una festa, sbaglia valutazione: il motivo per il quale il partito conservatore ha innescato le dimissioni di Johnson è mantenersi ancor più saldo al potere. E non è escluso che il nuovo leader non possa essere ben più falco di lui.

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