Oltre la ricerca del consenso, l’odio Maga per le persone trans

L’ascesa politica del movimento conservatore statunitense, con le sue correnti e le sue contraddizioni, sta contribuendo a ridefinire i confini del dibattito pubblico americano e globale. Proprio in questi giorni abbiamo potuto vedere come le discussioni che hanno riguardato il violento omicidio di Charlie Kirk abbiano avuto un impatto ben oltre i confini statunitensi. Tra le diverse controversie che caratterizzano l’odierno spazio pubblico, la questione dei diritti e delle identità transgender è emersa come una di quelle simbolicamente e materialmente più importanti. L’immortalità di Putin e Xi, il transumanesimo come ideologia ultima del potere Guerra ontologica Il posizionamento dei diversi attori su questo tema sta contribuendo a ridefinire l’anima di tutto il conservatorismo statunitense con ricadute importanti anche in altri paesi. Se si guarda all’approccio di Donald Trump, questo si è caratterizzato per una retorica volutamente ostile che non si è limitata a segnalare una diversità di vedute politiche, ma ha spesso puntato a disumanizzare e patologizzare le identità transgender fino ad arrivare a negarne la stessa possibilità di esistenza. Questo ha contribuito a polarizzare ancora di più lo scontro politico secondo il ben noto paradigma della polarizzazione che caratterizza oggi tanti paesi. Controversie politiche e giuridiche come quella relativa al riconoscimento di due soli sessi, uomo e donna, si presentano come una vera e propria guerra ontologica. Lo scontro politico, sempre più spesso, attiene proprio alla realtà e non sulla sua interpretazione. Non sorprendono allora le iniziative dell’amministrazione Trump se si guarda a quanto il presidente dichiarava nella sua “Agenda 47”, concepita per la campagna elettorale, a proposito della «follia transgender» e della necessità di intervenire per bloccare i programmi che promuovono la transizione di genere. La nascita delle “quasi religioni”. Alla ricerca di Dio nell’era digitale Culture war permanente Nel contesto di tale guerra ontologica, per coloro che si oppongono al riconoscimento dei diritti transgender, è necessario negare l’esistenza di tale identità e interpretarla come una costruzione intellettuale di un’élite lontana dalla realtà e in perenne guerra metafisica con i valori dell’americano medio. La dimensione metafisica del conflitto si inserisce bene nel contesto di culture war permanente condotta principalmente con gli strumenti del diritto e della giurisdizione che caratterizzano gli Stati Uniti. Da un punto di vista strategico, la progressiva accettazione delle unioni dello stesso sesso a seguito della sentenza Obergefell della Corte Suprema, che ha riconosciuto il diritto al matrimonio egualitario nel 2015, ha contribuito alla creazione di nuovi fronti di battaglia per la destra conservatrice utili a mobilitare il proprio elettorato. Come ha affermato nel 2023 in un’intervista al New York Times Terry Schilling, presidente dell’American Principles Project: «Sapevamo di aver bisogno di un argomento che i candidati potessero discutere con tranquillità». Da questo punto di vista, le tematiche attinenti alle questioni transgender si sono rivelate particolarmente efficaci in quanto consentono di costruire una narrazione emotivamente forte che va a toccare diverse fasce d’età dell’elettorato e riesce a mobilitare i donatori per nuove cause. Cercare la vita eterna nello spazio, le radici del cosmismo di Musk Idee chiave Ci sono alcune idee chiave che sembrano emergere. Nell’impossibilità di ricostruire il dibattito in maniera compiuta, si può però provare a indicare qualche traccia. Carl Trueman con il suo libro The Rise and Triumph of the Modern Self: Cultural Amnesia, Expressive Individualism and the Road to Sexual Revolution ha sottolineato la centralità dell’«individualismo espressivo» nella società moderna. Nella sua ricostruzione, caratteristica peculiare della modernità sarebbe quella della convinzione della legittimità della natura unica di ogni individuo che è chiamato a scoprire ed esprimere in maniera autentica il sé interiore. In un contesto del genere avviene la transizione paradigmatica che sposta l’autorità morale dalle fonti esterne (su tutte la religione) alle fonti interne (sentimenti e psicologia). In questa interpretazione è il dato del mondo esterno che è chiamato a conformarsi alla realtà psicologica dell’individuo. Questo passaggio è importante perché consente di cogliere le eventuali connessioni tra i dibattiti relativi alle questioni sui diritti transgender e quelli che toccano il transumanesimo. Diversi autori conservatori, come ad esempio Ryan Anderson, hanno sottolineato come l’«ideologia transgender» miri a promuovere una forma di «dualismo gnostico» che separa il corpo, a volte percepito come una vera e propria prigione, da cui liberare il «sé psicologico». Il suo libro When Harry Became Sally: Responding to the Transgender Moment nel 2021 è stato rimosso da Amazon per una presunta violazione delle policy relative ai discorsi d’odio in quanto la piattaforma ha dichiarato di aver scelto di non vendere libri che «inquadrano le identità LGBTQ+ come malattie mentali». Anderson ha sempre negato di aver mai fatto tali affermazioni. Lo studente trans che sfida la Lega alla Camera: «Serve l’educazione affettiva nelle scuole» Il mondo femminista Altri autori, come Gabriele Kuby, i cui libri risultano essere particolarmente influenti nel mondo del conservatorismo religioso, hanno criticato in maniera esplicita l’«ideologia di genere», all’interno della quale andrebbe contestualizzato il dibattito sui diritti transgender, da intendere come parte di un più ampio movimento globale che punterebbe allo smantellamento della morale tradizionale e quindi della famiglia naturale. Questo approccio appare evidente nel suo volume The Global Sexual Revolution: Destruction of Freedom in the Name of Freedom pubblicato nel 2012. Non sono mancate critiche provenienti dal mondo del femminismo come quelle espresse, già nel 1979, da Janice Raymond che, in The Transsexual Empire: The Making of the She-Male, attribuiva una matrice patriarcale ai temi transgender con il dirompente effetto controintuitivo di rafforzare gli stereotipi di genere invece di abbatterli. Negli ultimi anni hanno avuto molta influenza le idee di Kathleen Stock che in Material Girls: Why Reality Matters for Feminism invitava a tenere debitamente in conto il dato biologico. A questi andrebbero aggiunti numerosi altri autori e la marea di influencer e comunicatori che invita a diffidare del «contagio sociale» che caratterizzerebbe le idee del movimento per i diritti transgender. Il carcere come casa e corpo: «Qui dentro qualcuno si occupa di me» Il dibattito sull’uomo L’approccio dell’amministrazione Trump riflette a pieno il clima da culture war che caratterizza gran parte del mondo conservatore statunitense rispetto al tema delle persone transgender. Tramite l’azione dell’esecutivo la strategia è stata quella di blindare il concetto di “sesso” fondandolo sulla distinzione biologica binaria tra uomo e donna con il conseguente indebolimento di alcune tutele che erano state previste per le persone transgender dalle amministrazioni precedenti. L’ordine esecutivo del 20 gennaio 2025 dal titolo Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia gender e ripristinare la verità biologica nel governo federale rende bene la portata dell’iniziativa. La crociata del movimento conservatore statunitense sulle tematiche che riguardano i diritti transgender risponde probabilmente a istanze molteplici, a volte addirittura contraddittorie. Emerge tuttavia una linea di tendenza che consente di intravedere come le strutture argomentative che oggi sono utilizzate contro il tema delle transizioni di genere potranno essere utilizzate contro tutte le nuove forme di potenziamento umano che si affacciano all’orizzonte. Appare essere questo il caso delle critiche sollevate nei confronti del «dualismo gnostico» o di quelle contro il «giocare a fare Dio» che spesso vengono da ambienti religiosi. Siamo quindi probabilmente davanti a una culture war non rilevante solamente per i vantaggi politici di breve periodo che possono derivare dallo sfruttare determinate campagne politiche e giudiziarie per lucrare consenso elettorale, ma a quella che sembra essere una competizione per stabilire precedenti culturali, etici e giuridici che risulteranno decisivi nel futuro dibattito sulla condizione umana. Regno Unito, dopo la sentenza contro le donne trans, lesbiche e non conformi vengono molestate nei bagni