Russi, cinesi, sauditi si sono assicurati un accesso illimitato all’Ue attraverso uno schema maltese di contanti e passaporti che richiede loro di trascorrere meno di tre settimane nel paese. A riportare la notizia è il Guardian che ha visionato migliaia di email e documenti della della Henley & Partners, una società di consulenza di cittadinanza e residenza globale con sede a Londra e con oltre 25 uffici nel mondo.

L’inchiesta fornisce un quadro senza precedenti sui meccanismi dei cosiddetti «passaporti d’oro», con cui i paesi vendono la cittadinanza a persone straniere e facoltose. È nato tutto da un leak di documenti che ha rivelato come alcuni richiedenti di cittadinanza, cercavano di acquistare un passaporto maltese, e quindi europeo, attraverso degli investimenti ed erano in grado di dimostrare di risiedere nel paese affittando appartamenti e poi lasciandoli vuoti. Ciò ha permesso ad alcune persone, pagando cifre astronomiche e a volte superiore a 1 milione di euro, di affermare di avere «un legame genuino» con l’isola, un requisito legale fondamentale per ottenere la cittadinanza maltese. Il tutto trascorrendo un paio di settimane di vacanza.

Sulla questione è anche intervenuta la Commissione europea che dallo scorso ottobre 2020 ha aperto una procedura d’infrazione contro Malta e Cipro per la vendita dei passaporti e della cittadinanza, che garantirebbe pieno accesso all’Ue, a individui che non hanno alcun legame con l’isola.

Il governo laburista maltese, già finito nell’occhio del ciclone per scandali di corruzione, ha sempre respinto le accuse affermando che l’ultima parola per il rilascio del passaporto spetta al paese e non all’Europa. Tuttavia, i documenti di Henley & Partners inchiodano il governo. 

La prima a raccontare e a indagare lo scandalo dei passaporti d’oro è stata la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, assassinata con un’autobomba nell’ottobre del 2017.

Secondo il Guardian, la Henley & Partners è stata fondata da un uomo d’affari svizzero, Christian Kälin, ed è tra le società che hanno fondato l’industria della «pianificazione della cittadinanza», generando un volume d’affari di pari tre miliardi l’anno. Prima di Malta, il suo primo cliente importante dell’azienda è stato il governo di St Kitts e Nevis nei Caraibi, dove è stata assunta per lanciare uno schema di cittadinanza per investimento nel 2006.

L’idea del governo maltese di “vendere” i passaporti nasce nel 2008 e ha fin da subito suscitato le proteste della popolazione e la preoccupazione di Bruxelles. Come punto d’incontro, il governo, insieme alle istituzioni europee, ha deciso di inserire tra le condizioni principale per ottenere la cittadinanza la residenza di almeno 12 mesi nell’isola. Tuttavia, nello scrivere la norma il legislatore è stato molto vago, lasciando buche e spazi che hanno permesso di aggirare facilmente l’ostacolo.

I documenti

Su 250 lettere di intenti dei clienti di Henley & Partners esaminati dal Guardian molte non prevedevano alcun impegno nel trascorrere del tempo nel paese, eppure hanno ottenuto lo stesso la cittadinanza.

Se visite più lunghe non fossero possibili, l’apertura di conti bancari, donazioni a enti di beneficenza locali e l’appartenenza a club locali aiuterebbero a dimostrare i legami con il paese.

In una mail si legge che a un clienti viene consigliato di risiedere nel paese per due settimane. «Il richiedente non deve necessariamente essere fisicamente presente nel paese», scrivono dalla H&P. «Tuttavia, al fine di creare un legame genuino con le isole maltesi. – il governo maltese –  apprezzerebbe leggere il numero di giorni previsti nella lettera di accompagnamento. Il numero di giorni dovrebbe essere almeno 14». 

Sul sito di Henley & Partners è specificato che per iniziare a fare richiesta c’è bisogno di un investimento che va dai 600mila ai 750mila euro, a seconda della durata del tempo di residenza all’interno del paese. In europa un altro paese che si è affidato alla società londinese è l’Austria che ha posto un tetto minimo di investimenti che parte da tre milioni di euro. Nell’isola, c’è chi ha comprato proprietà immobiliari dal valore di 350mila euro e chi ha pagato un affitto di cinque anni per un totale di 80mila euro. L’importante è raggiungere lo scopo finale: la cittadinanza europea.

Eclatante il caso di un cittadino cinese che ha affittato un appartamento con due camere da letto per 1500 euro al mese nonostante avesse fatto la richiesta di cittadinanza per 12 persone, di cui sei bambini.

Dall’azienda, tramite un comunicato, dicono che «alcuni dei clienti hanno scelto di trascorrere un tempo significativo e risiedere a Malta, mentre altri hanno scelto di trascorrere il tempo minimo richiesto nel paese». In ogni caso rivendicano il loro modello di business: «Abbiamo assistito il governo maltese nella creazione di una piattaforma di finanziamento sovrano e di innovazione economica di notevole successo, raccogliendo centinaia di milioni di euro di capitale senza debito»,scrivono. «I nostri processi sono ben documentati e sono significativamente più avanzati di quelli della maggior parte degli altri partecipanti all'industria della migrazione degli investimenti».

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