Marcia indietro e rimpianti, i latinos cominciano ad abbandonare repubblicani e Trump

«Gli elettori latinoamericani sono molto pragmatici. Non votano necessariamente in base alle etichette di partito. Votano e voteranno chiunque stia effettivamente affrontando le loro priorità», non ha dubbi Melissa Morales. La presidente di Somos Votantes, organizzazione di mobilitazione elettorale di sinistra rivolta agli ispanici, ha spiegato così a Usa Today il ritorno della minoranza etnica nelle fila dei dem, perlomeno in occasione dell’election day dello scorso 4 novembre. Data in cui, a un anno dalla disfatta di Kamala Harris contro Donald Trump, i democratici hanno reagito portandosi a casa vittorie da una costa all’altra del paese. A Los Angeles una crisi costruita ad arte per piegare stranieri e dem Il calo del supporto Ad alimentarle è stato, tra gli altri, proprio il gruppo demografico che alle presidenziali del 2024 si era spostato verso i repubblicani. Secondo la Cnn, dodici mesi fa il 46 per cento dei latinos andati alle urne si è infatti schierato con il tycoon. Una cifra che, oltre a registrare un aumento di 14 punti percentuali rispetto a quattro anni prima, sale fino al 54 per cento tra gli uomini latini. Questi numeri, mai così alti da quando il voto ispanico viene analizzato, hanno fatto la differenza. I dati di novembre 2025 raccontano però tutta un’altra storia. Gli occhi erano puntati sul New Jersey dove più del 20 per cento della popolazione è ispanica. In corsa per la poltrona di governatore c’erano la democratica Mikie Sherrill e il repubblicano Jack Ciattarelli. I due si sono battuti anche a suon di slogan in spagnolo. «Recuerda, este Estado no es rojo. No es morado. Es azul», ha detto alla folla Sherrill ricordando come il New Jersey non sia né rosso (repubblicano, ndr) né viola (in bilico), ma blu (democratico). Più modesto invece l’impegno linguistico di Ciattarelli che si è limitato a incitare il gruppo di pastori latinoamericani che hanno pregato per lui in uno dei tanti eventi durante la volata finale con un facile «Es hora! (È il momento)» per poi aggiungere in inglese: «Voglio che continuiate a crescere e prosperare». Alla fine, Sherrill non solo ha conquistato il 68 per cento delle preferenze degli ispanici, ma anche la poltrona di governatrice. È andata allo stesso modo in Virginia con la democratica Abigail Spanberger che ha convinto il 67 per cento dei votanti latinos e il 57 per cento degli elettori totali. Anche i latinoamericani di New York non hanno avuto scrupoli nei confronti dei repubblicani bocciando il loro candidato sindaco Curtis Sliwa. D’altronde la battaglia annunciata era tra Zohran Mamdani e Andrew Cuomo e il 44 per cento degli ispanici alle urne ha scelto il primo. Dall’altra parte della costa, in California, intanto era in corso il referendum per ridisegnare i collegi statali. Richiesto dal governatore democratico Gavin Newsom, è passato con 29 punti di scarto, risultato che rispecchia il voto ispanico riportato da Nbc. Non due, ma una sinistra (nuova). È questa la sfida di Mamdani Segnali incoraggianti La disaffezione dei latinoamericani nei confronti dei repubblicani non ha colto di sorpresa chi monitora l’opinione politica di questo blocco elettorale. A fine ottobre una ricerca di Unidos Us, organizzazione per i diritti civili degli ispanici negli Stati Uniti, non solo rilevava che il 13 per cento di coloro che nel 2024 hanno votato per Trump dichiarano di essersi pentiti, ma anche che quasi due terzi disapprovano il suo operato. I sondaggi in questo senso si sprecano. Nelle ore successive all’election day Unidos Us si è concentrata su stati come Colorado, Florida e Georgia. Ma il ritratto non cambia. Le preoccupazioni sono tante: costo della vita, inflazione, sicurezza sul lavoro e, inevitabilmente, le leggi sull’immigrazione. «All’inizio della presidenza del tycoon gli elettori latinoamericani sembravano dargli il beneficio del dubbio. Quel periodo di attesa è finito», chiarisce Melissa Morales. Questo però non vuol dire che la strada dei democratici verso le elezioni di metà mandato del 2026 sia spianata. Morales spiega che si tratta solo di segnali incoraggianti. E che alle urne potrebbero doversela giocare con un altro nemico: l’apatia dell’elettorato. Quello che noi europei non comprendiamo dell’America di Trump María Teresa Kumar dell’organizzazione Voto Latino fa notare come molti ispanici che hanno votato Biden nel 2020 si siano poi astenuti quattro anni dopo perché i dem non offrivano loro nulla per cui presentarsi ai seggi. Una sensazione che ancora oggi è forte. Dati che tranquillizzano repubblicani come Daniel Garza. Per il presidente dell’organizzazione Libre è presto per fare previsioni visto che alcune misure della Big Beautiful Bill di Trump non sono ancora entrate in vigore. «La grande domanda è dove saremo a marzo, aprile, maggio? Quando le politiche del presidente saranno state attuate allora i latinos potranno capire quanto siano efficaci», conclude.