Prima, a metà marzo, i funzionari delle dogane di Hong Kong bloccano una nave portacontainer pronta a prendere il largo assieme a 25 tonnellate di antimonio, usato nella produzione dei microchip. Passa qualche settimana e nella provincia del Guangxi viene fermato un altro carico proibito, stavolta di bismuto, impiegato per i magneti. Ma i tentativi di esportare illegalmente dalla Cina agli Usa minerali strategici e terre rare sarebbero molti più di quelli resi pubblici da Pechino, tanto che il governo ha potenziato le operazioni anti-contrabbando e dato istruzione alle autorità locali di «migliorare il controllo su ogni anello della produzione e della catena di fornitura di minerali strategici».

Xi Jinping ci tiene a tenersi stretta l’arma più potente che può brandire contro Trump nel negoziato commerciale: le terre rare, che gli Usa importano per il 70 per cento dalla Cina e il cui approvvigionamento non è garantito dall’accordo siglato a maggio per sospendere o cancellare i dazi innescati dal “Liberation Day” trumpiano.

Scacco all’F-35

In virtù di quell’intesa la Cina ha congelato o rimosso le restrizioni all’export approvate il 4 aprile su sette metalli rari (samario, gadolinio, terbio, disprosio, lutezio, scandio, ittrio). Ma la dichiarazione congiunta non include alcun riferimento alle precedenti limitazioni cinesi su altre, simili esportazioni. E infatti la Cina non ha affatto rimosso i controlli sulle forniture di minerali strategici.Le terre rare sono 17 tra minerali e metalli chiave per l’industria elettronica e quella della difesa. Secondo le stime di Wang Xiaosong, per fabbricare un solo caccia F-35 sono necessari 417 kg di terre rare. I controlli e le restrizioni sull’export da parte di Pechino attualmente in vigore sarebbero in grado di paralizzare la produzione Usa di jet invisibili. Per l’economista dell’Università Renmin di Pechino, il Pentagono ha scorte per 18 mesi.

Stando ai media di Hong Kong, Pechino non avrebbe ancora ufficialmente rimosso nemmeno le restrizioni varate il 4 aprile, mentre starebbe concedendo col contagocce e al rallentatore le autorizzazioni all’esportazione delle terre rare, ma non verso gli Usa. Il prezzo di alcune di esse è schizzato negli ultimi mesi fino a tremila dollari al chilo.Il 22 aprile scorso, Elon Musk ha ammesso davanti agli azionisti di Optimus che i controlli di Pechino sull’export di neodimio (un super-magnete) sta rallentando lo sviluppo dei robot umanoidi di Tesla.

Per Trump, che pure ha raggiunto un patto con Zelensky per lo sfruttamento minerario dell’Ucraina e minacciato di annettere la Groenlandia, ricca di terre rare, liberarsi dalla dipendenza dalla Cina in questo campo in tempi brevi è impossibile: dar vita a una supply chain di questi elementi è un processo lungo e la loro produzione è inquinante e pericolosa per i lavoratori. L’amministrazione Trump punta all’Africa e a un accordo col Congo: minerali in cambio di sicurezza. Anche in questo caso, come con Kiev, Trump punterebbe ad accaparrarsi minerali strategici in cambio della mediazione Usa nel processo di pace, tra governo e ribelli.

La Cina ha costruito il suo monopolio delle terre rare dal 2011, quando ha avviato una riorganizzazione su larga scala del settore, imponendo controlli severi sull’attività mineraria, dazi e quote di esportazione per i materiali chiave. Come con le batterie elettriche, la Cina ha capito prima degli altri quanto sarebbero state importanti per l’industria le terre rare e i minerali strategici, e ha messo in atto politiche industriali per monopolizzare il settore.

Per Trump la dipendenza dalla Cina in quest’ambito è intollerabile: nel giorno dell’insediamento, ha proclamato una «emergenza energetica nazionale» avvertendo che la capacità degli Usa di identificare, acquistare, produrre e raffinare minerali essenziali è «del tutto inadeguata». Ha firmato un ordine esecutivo per «liberare l’energia e le risorse naturali americane, accessibili e affidabili». Un altro è arrivato il 20 marzo, per «aumentare la produzione mineraria americana». Ma quelli di Tariff Man potrebbero rivelarsi solo vani proclami.

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