Erano partiti in 56 dalla costa di Sfax, in Tunisia, ma solo dieci sono sopravvissuti dopo che sono stati soccorsi dalle autorità italiane mentre si trovavano a bordo di un gommone oramai semi affondato. Sei i corpi recuperati a largo dell’isolotto di Lampione
Si torna a morire nel Mediterraneo. In queste ore gli agenti della guardia costiera e della guardia di finanza con il supporto degli aerei Frontex stanno eseguendo le ricerche per trovare 40 persone naufragate ieri sera a largo di Lampedusa. Erano partiti in 56 dalla costa di Sfax, in Tunisia, ma solo dieci sono sopravvissuti dopo che sono stati soccorsi dalle autorità italiane mentre si trovavano a bordo di un gommone oramai semi affondato. Dopo meno di 24 ore dalla partenza si trovavano in acque internazionali quando la maggior parte dei migranti sono caduti in acqua a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Sei i corpi recuperati a largo dell’isolotto di Lampione.
I dieci naufraghi (quattro donne e sei uomini) sono tutti giovani maggiorenni e sono stati trasferiti nell’hotspot di Lampedusa dove saranno ascoltati dalla polizia. Attualmente, all’interno della struttura di contrada Imbriacola ci son 230 ospiti, nelle ultime ore sono arrivati nell’Isola altri quaranta migranti. I naufraghi hanno raccontato che a bordo del gommone erano per lo più originari dell’Africa subsahariani. C’erano migranti provenienti dal Camerun, Costa d’Avorio, Mali e Gambia.
I corpi delle vittime sono stati portati, invece, nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana in attesa delle decisioni della procura. «Quando ci sono morti purtroppo sono sempre brutte notizie. Probabilmente le cattive condizioni del mare hanno fatto sì che accadesse questa tragedia. Ricordiamoci che siamo sempre al centro del Mediterraneo», ha detto il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino.
Attualmente le ricerche sono focalizzare nel Canale di Sicilia, alle operazioni di soccorso hanno partecipato le motovedette Cp324 della Capitaneria e V1302 delle Fiamme gialle.
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