- «Se dovesse accadere si tratta di un furto in piena regola. È come se ti venissero a rubare in casa», dice Augusto Cosulich amministratore delegato del gruppo Fratelli Cosulich che controlla la società armatoriale Vulcania proprietaria della nave Tzarevna.
- «Abbiamo poche informazioni non sappiamo nulla, d’altronde in tempi di guerra è così. La gente locale ci ha detto che altre due navi estere (che non sono né ucraine né russe) sono state nazionalizzate nei giorni scorsi e la nostra nave dovrebbe essere la prossima».
- A bordo ci sono 15mila tonnellate di bramme d’acciaio dirette a Monfalcone. Un carico che vale 12 milioni di dollari. La nave, invece, ha un costo di nove milioni di dollari.
«Se dovesse accadere si tratta di un furto in piena regola. È come se ti venissero a rubare in casa», dice Augusto Cosulich, amministratore delegato del gruppo Fratelli Cosulich che controlla la società armatoriale Vulcania proprietaria della nave Tzarevna. La nave cargo, battente bandiera maltese, è ferma da tre mesi nel porto di Mariupol nel sud-est dell’Ucraina per via della guerra e ora rischia di essere nazionalizzata dai separatisti russi che controllano la città e il porto che si affac



