Lo smaliziato Bibi sa bene che le guerre hanno un loro ciclo, una sorta di “scadenza”, un momentum oltre il quale lo stallo oscura e precipita anche i vantaggi acquisiti. E Gaza, con il suo immane disastro umanitario e il drammatico ritorno in scena degli ostaggi, rischia di vanificare gli indubbi risultati ottenuti da Israele nello scenario geopolitico regionale
Spinto dall’estrema destra messianica che lo tiene in pugno e dalla personale necessità di far durare la guerra per vincere le prossime elezioni, Netanyahu varca il suo Rubicone e annuncia di voler riprendere stabilmente Gaza. Il dato è tratto, fa sapere, rendendo noto il sostegno di Trump all’annunciata rioccupazione della Striscia. Formalmente la decisione è motivata dall’impossibilità di liberare gli ostaggi nel corso di una trattativa che entrambi i contendenti ritengono una mera pausa tatti



