Manifestazioni in tutti i 50 stati americani contro il presidente e la deriva autoritaria in una mobilitazione che supera in grandezza anche quella di giugno
Da Chicago a Los Angeles, da Portland a Washington, milioni di cittadini americani sono scesi in piazza per denunciare la deriva autoritaria dell’amministrazione Trump e difendere la democrazia uniti dallo slogan “No Kings”. Secondo gli organizzatori si sono svolte manifestazioni in tutte le città in una mobilitazione collettiva che ha superato in grandezza anche quella avvenuta giugno con 7 milioni di persone scese in strada, in 2700 città. Le piazze si son riempite di cartelli, musica e di persone che indossavano costumi gonfiabili, soprattutto di rane, diventate simbolo ironico di resistenza nato a Portland, in Oregon. Le proteste segnano una svolta rispetto a pochi mesi fa, quando i Democratici apparivano paralizzati dopo le pesanti sconfitte elettorali. A Chicago, oltre 100mila persone si sono radunate a Grant Park con cartelli che denunciavano le politiche federali sull’immigrazione e la possibilità di un intervento della Guardia Nazionale in città. «Non vogliamo truppe nelle nostre strade», ha dichiarato il sindaco Brandon Johnson, accusando la Casa Bianca. A Washington D.C. sono state circa 200mila le persone che hanno marciato vicino al Campidoglio. A Portland, dove tutto è iniziato, la manifestazione principale si è svolta in modo pacifico, ma una protesta minore davanti a un centro dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) è stata dispersa con gas lacrimogeni dagli agenti federali.
Donald Trump ha definito le manifestazioni “contro l’America” e sui social ha diffuso un video, realizzato con l’Ia, in cui indossa una corona da re mentre si trova su di un aereo militare da cui lancia letame sui manifestanti. Simile anche quello diffuso da J.D. Vance
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