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Non è così semplice archiviare l’era Trump in politica estera

Vice President Joe Biden, center, sits with President Barack Obama, right, as he speaks to media during a bilateral meeting with Iraqi Prime Minister Haider al-Abadi at the Lotte New York Palace Hotel in New York, N.Y., Monday, Sept. 19, 2016. (AP Photo/Carolyn Kaster)
Vice President Joe Biden, center, sits with President Barack Obama, right, as he speaks to media during a bilateral meeting with Iraqi Prime Minister Haider al-Abadi at the Lotte New York Palace Hotel in New York, N.Y., Monday, Sept. 19, 2016. (AP Photo/Carolyn Kaster)

Biden promette un ritorno all’internazionalismo liberal e al mondo a trazione americana dopo il nazionalismo trumpiano. Ma Washington è in una posizione paradossale: vuole mantenere la leadership mondiale, ma all’interno è lacerata dalle conseguenze della sua egemonia

  • Le prime nomine del presidente eletto, Joe Biden, fanno pensare a un processo di normalizzazione della politica estera americana: il ritorno alla leadership globale degli Stati Uniti.
  • La situazione americana è paradossale. Vuole mantenere lo status di paese leader del mondo, ma allo stesso tempo sul fronte interno soffre di una stanchezza che deriva anche dalle conseguenze negative di questo ruolo.
  • «Biden rappresenta il ritorno dell’establishment della politica di Washington. Ma riusciranno a superare l’era Trump? O semplicemente inaugureranno una nuova era di stagnazione della politica estera, castigata dal fallimento dei precedenti interventi militari?», dice Jacob Heilbrunn, direttore di National Interest.

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