Francesco non ha mai additato Mosca come responsabile principale della guerra. Leone XIV è chiaro: «Deve essere Putin a fare un gesto di pace»
Sulla guerra della Russia contro l’Ucraina ancora una volta Leone XIV si è mosso in modo diverso da Francesco, rimodulando la posizione vaticana.
Già tre anni fa Prevost, come vescovo di Chiclayo in Perú, si era espresso sul conflitto. «Dal mio punto di vista si tratta di una vera e propria invasione imperialista in cui la Russia vuole conquistare un territorio per motivi di potere e vantaggio per la sua posizione strategica nonché per il grande valore rappresentato dall’Ucraina, culturalmente e storicamente», aveva dichiarato al settimanale Expresión nell’aprile del 2022, poco prima della strage di Bucha.
Papa Francesco e il Vaticano avevano spiegato ampiamente le loro posizioni, e Prevost era stato uno dei pochi vescovi che avevano affermato, sia pure con cautela, opinioni diverse da quelle del pontefice: «Anche noi, persino alcuni politici nel nostro paese, non vogliono riconoscere gli orrori di questa guerra e della malvagità che la Russia sta compiendo in tutte le sue azioni in Ucraina».
Questo cambiamento, radicale ed evidente, è passato inosservato, benché emerga con chiarezza dalla nota diffusa dalla sala stampa vaticana dopo la conversazione telefonica tra Putin e il pontefice, in particolare dopo la nota del Cremlino con la quale si voleva rendere ufficiale un resoconto di quanto avrebbero detto Putin e il patriarca Kirill, ma anche lo stesso Leone XIV.
Nel comunicato russo si affermano cose non esatte. Nel tentativo maldestro di coinvolgere il papa nella lettura che il Cremlino fa della storia ucraina, ogni parola è stata utilizzata per dare un’immagine internazionale di Putin come statista moderato, accusando a più riprese Zelensky di essere un terrorista, come terrorista – si ribadisce nel testo – sarebbe lo stato ucraino.
Putin ha chiamato Leone XIV ventisei giorni dopo l’elezione, mentre papa Francesco è morto aspettando una telefonata sin dal giorno dell’invasione, il 24 febbraio 2022. Per tre anni Bergoglio ha tentato a più riprese di parlare con Putin, possibilmente in videoconferenza. Ha detto addirittura di essere disposto ad andare a Mosca.
Senza risultati: «Per ora non è necessario», ha detto il ministro degli esteri Lavrov nella risposta alla lettera di papa Bergoglio consegnata al Cremlino alla fine di febbraio 2022. In quella nota Francesco era criticato perché non sarebbe stato abbastanza «attivo nel sostenere la libertà religiosa in Ucraina», con un riferimento distorto alla posizione vaticana sulla divisione degli ortodossi ucraini e alla legge contro le organizzazioni religiose filorusse.
Leone XIV è chiaro: «Deve essere Putin a fare un gesto di pace», si legge nella nota vaticana. Testo che ridimensiona la disinvoltura del presidente russo, il quale ha telefonato strumentalizzando la riservatezza dell’episodio.
Francesco non ha mai additato Putin come responsabile principale della guerra, rifiutando i suggerimenti che gli consigliavano di bilanciare le parole, soprattutto all’inizio del conflitto, perché percepite come tendenzialmente filorusse. In molti dei quasi duecento interventi sulla guerra Bergoglio ha chiesto un gesto di pace, ma sempre a Zelensky; per spiegare il perché della guerra putiniana ha detto che la Nato abbaiava sotto le finestre del Cremlino, quasi a intendere che Mosca fosse la parte aggredita; quando infine ha parlato della ferocia criminale non tanto dei soldati russi bensì di ceceni e buriati, dopo la violenta protesta di Mosca ha dovuto chiedere scusa.
Oggi Leone XIV ribadisce nel suo stile che non propone una mediazione vaticana, sponsorizzata invece da molti media con entusiasmo: sa che per il Vaticano sarebbe una trappola gigantesca. Offre invece il territorio vaticano come sede perché le parti si guardino in faccia e aprano un dialogo verso la soluzione del conflitto, e nell’esortare le parti perché finalmente trattino, rinnova l’impegno della Santa sede a «lavorare per la pace, difendere la vita e cercare un’autentica libertà religiosa».
© Riproduzione riservata