È di oltre trecento vittime il bilancio delle piogge monsoniche che hanno devastato il nord-ovest del Pakistan nelle ultime 48 ore. Interi villaggi sono stati sommersi da improvvise ondate di acqua e fango, mentre crolli e frane hanno sepolto abitazioni, scuole ed edifici pubblici. Sale così a seicento il bilancio delle vittime dall’inizio di una stagione monsonica particolarmente intensa. 

La provincia più colpita è il Khyber Pakhtunkhwa, al confine con l’Afghanistan, che da sola conta centinaia di morti. Nel distretto di Buner le autorità hanno riferito di almeno 215 corpi recuperati e oltre 1.100 persone tratte in salvo, ma i soccorritori sono ancora al lavoro tra macerie e detriti.

La furia del maltempo non ha risparmiato nemmeno chi portava aiuti: un elicottero militare impegnato nel trasporto di viveri e materiali di soccorso si è schiantato a causa delle condizioni proibitive, uccidendo i cinque membri dell’equipaggio.

Il bilancio complessivo della stagione monsonica in corso è drammatico: oltre 500 morti da giugno, secondo la National Disaster Management Authority, tra cui numerosi bambini. La maggior parte delle vittime è stata travolta da inondazioni improvvise o dal crollo delle abitazioni, spesso costruite con materiali poco resistenti.

Il contesto climatico

Le autorità hanno parlato di una «stagione monsonica estiva inusuale»: il Pakistan, uno dei Paesi più vulnerabili alla crisi climatica, ha registrato precipitazioni eccezionali, in alcune aree fino al 73 per cento in più rispetto all’anno precedente. Già nel 2022 il Paese aveva vissuto inondazioni epocali che avevano sommerso un terzo del territorio, causando quasi 1.700 vittime e danni incalcolabili all’agricoltura.

Oggi le autorità raccomandano di evitare le aree settentrionali turistiche, molto amate dagli alpinisti, e hanno dichiarato “zone sinistrate” interi distretti. Nel frattempo, migliaia di famiglie hanno perso le proprie case e sono state trasferite in rifugi temporanei.

«Ho sentito un boato nella notte – racconta Azizullah, un sopravvissuto di Buner – e in pochi secondi l’acqua ha spazzato via tutto. Pensavo che saremmo morti».

Il premier Shahbaz Sharif ha convocato un vertice d’emergenza e promesso nuovi aiuti, ma mentre la pioggia continua a cadere, il timore è che il bilancio delle vittime sia destinato a salire ancora.

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