Il congresso americano è stato progettato proprio per questo. Per trovare un punto d’incontro in nome di un bene superiore. Questo pensavano i padri fondatori, per realizzare il bene comune. Non è stato così sin da subito, ma questa è un’altra storia. Quello che importa è che ultimamente il Congresso è diventato disfunzionale per la crescente polarizzazione dei partiti.

Difficile trovare accordi bipartisan e, peggio ancora, spesso le nomine federali al Senato vengono rallentate per mere ragioni politiche. Meno nomine riuscirà a fare il presidente Joe Biden, più il leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell riuscirà a preservare posti da occupare in una futura amministrazione repubblicana.

L’azzardo ha già funzionato durante l’epoca di Barack Obama e potrebbe funzionare anche oggi. Il presidente però non è un neofita di Washington. Sa che anche McConnell potrebbe avere richieste che, se soddisfatte, garantirebbero un passaggio più soft delle nomine nel prossimo biennio, dove il presidente, dopo le elezioni di midterm a novembre, potrebbe non avere la maggioranza.

Per questo avrebbe concesso la nomina del giudice Chad Meredith nella corte distrettuale del Kentucky orientale il prossimo agosto, quando uno tra i giudici Danny Reeves o Karen Caldwell raggiungerà l’età per andare in pensione.

Il “patto col diavolo”

Meredith è un giudice fortemente conservatore, antiabortista e membro della Federalist Society, un’associazione giuridica originalista che promuove una stretta lettura del dettato costituzionale, senza espansione sui diritti. Un piccolo prezzo per evitare dei blocchi paralizzanti nel prossimo biennio? Questa sorta di “patto col diavolo” da parte dell’amministrazione Biden è stato svelato da un’inchiesta del principale quotidiano del Kentucky, il Courier Journal di Louisville, che ha scoperto uno scambio di mail tra il governatore dem Andy Beshear e la Casa Bianca.

Il Kentucky è lo stato dove risiede Mitch McConnell e Beshear è l’unico democratico eletto a livello statale. Fin qui uno scandalo che potrebbe avere valenza locale, data l’opposizione dichiarata sia del governatore sia dell’unico deputato federale democratico, John Yarmouth. Ma c’è di più.

Il 24 giugno una sentenza della Corte suprema ha dichiarato incostituzionale la Roe v. Wade, lasciando facoltà agli stati di decidere sulla questione. E ieri il presidente ha annunciato in diretta un vasto piano di protezione del diritto all’aborto, in accordo con il dipartimento alla Sanità di Xavier Becerra.

Tra le misure varate, un accesso facilitato alla pillola abortiva, assistenza per le donne che devono viaggiare per ottenere un’interruzione di gravidanza e la protezione della loro privacy. La nomina di Meredith stride molto con questo piano: di fatto dimostrerebbe che si tratta soltanto di una postura elettoralistica, assunta per risollevare le grigie prospettive dem nelle elezioni di medio termine.

Estremista pro life

Perché più si scava, più si dimostra che Meredith non è un conservatore moderato, ma un estremista. Il deputato Yarmouth ha dichiarato che non c’è «nessun bisogno di avere un altro reazionario nelle corti federali». Da parte della Casa Bianca, al momento, non ci sono dichiarazioni, così come da parte di McConnell che ha fatto sapere che non intende commentare una nomina «mai avvenuta».

La pietra dello scandalo sono proprio le credenziali di Meredith, già consulente legale dell’ex governatore del Kentucky Matt Bevin, per il quale ha redatto una legge restrittiva sull’aborto varata nel 2017, da lui difesa di fronte alle corti d’Appello federali. In una lettera ottenuta dall’edizione americana dell’HuffPost, nel 2018 Bevin faceva il suo nome a McConnell per un posto libero nella Corte distrettuale del Kentucky occidentale, descrivendolo come l’erede ideologico dei «giudici Antonin Scalia e Clarence Thomas». Decisamente quel tipo di giudice che i democratici dichiarano di voler combattere strenuamente.

L’inchiesta del Courier Journal ha rivelato che la lettera, inviata il giorno lo scorso 23 giugno, è stata poi in seguito smentita in fretta e furia da una staffer della Casa Bianca come «invio pre-decisionale», di fatto confermando l’autenticità della missiva.

Le principali organizzazioni per la difesa della libertà di scelta, capeggiate da Planned Parenthood, hanno rilasciato un comunicato che descrive come «inaccettabile» la nomina di Meredith in un momento di «crisi nazionale del diritto all’aborto» e che «Meredith si comporterà per limitare ulteriormente il diritto di aborto».

Uno smacco enorme in uno stato dove una legge sull’aborto è stata approvata dalla legislatura repubblicana contro il parere del governatore, che però nulla ha potuto contro una doppia approvazione a maggioranza superiore ai due terzi.

Uno scontro dove Mitch McConnell vince sempre: se viene approvato Meredith, ha ottenuto una maggioranza pro life nella Corte distrettuale del suo stato. Se invece, come appare probabile, verrà ritirato dalla Casa Bianca, potrà attuare un duro ostruzionismo nei confronti delle nomine di Biden il prossimo biennio, qualora i repubblicani riconquistino la maggioranza dopo le elezioni di midterm. Una figura non certo edificante per un presidente che ha sempre faticato a farsi ben volere dall’ala progressista del suo partito.

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