giornalisti spiati

Così il Messico è diventato il laboratorio di Pegasus

  • Marcela Turati, che ha indagato sulle vittime della guerra al narcotraffico, spiega che lo scandalo del software israeliano è l'ennesima conferma di una minaccia sottovalutata. La sua è una delle 15mila utenze obiettivo dello spionaggio nel paese.

  • «Sono anni che i giornalisti in Messico fanno corsi di sicurezza digitale. Ci hanno insegnato a non usare Zoom, a togliere quando si può la batteria dei telefoni. Ma Pegasus è qualcosa di molto diverso, perché prende il controllo dell'apparato e ha accesso a tutta la tua vita, i contatti, le foto. È un altro livello».

  • In Messico si trova il maggior numero di utenze della lista, diventate obiettivo di spionaggio tra il 2016 e il 2017, durante la presidenza di Enrique Peña Nieto. Il Messico è stato il primo paese ad acquistare Pegasus nel 2011, divenendo, scrive The Guardian, una sorta di laboratorio per una tecnologia di spionaggio che era ai suoi inizi.

«Il caso messicano è stato in certo modo il detonante dello scandalo Pegasus già nel 2017 e da allora abbiamo ricevuto costantemente notizie. È una cosa che non riguarda solo i giornalisti ma anche i difensori dei diritti umani. Ma quello che si è scoperto adesso è molto grave, sia per grandezza sia per il livello delle rivelazioni. Sapere che l'intenzione era infettare 15mila utenze telefoniche è impressionante». Marcela Turati (Città del Messico, 1974) non è una persona che si impressiona fac

Per continuare a leggere questo articolo