Le condizioni del papa emerito Benedetto XVI non sono buone. Papa Francesco al termine dell’ultima udienza generale dell’anno ha chiesto di pregare per lui: «Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale per il papa emerito Benedetto che nel silenzio sta sostenendo la chiesa. Ricordarlo, è molto ammalato, chiedendo al Signore che lo consoli, che lo sostenga in questa testimonianza di amore alla chiesa, fino alla fine».

Il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, subito dopo ha diramato una nota per specificare che le condizioni di papa Ratzinger sono legate all’età: «Posso confermare che nelle ultime ore si è verificato un aggravamento dovuto all’avanzare dell’età. La situazione al momento resta sotto controllo, seguita costantemente dai medici». Al termine dell’udienza generale, ha aggiunto Bruni, «papa Francesco si è recato al monastero Mater Ecclesiae per visitare Benedetto XVI. Ci uniamo a lui nella preghiera per il papa emerito».

Anche la Conferenza espicopale italiana si è accodata all’appello di Bergoglio. «Accogliamo l’invito di papa Francesco che, al termine dell’udienza generale, ha chiesto preghiere per Benedetto XVI, le cui condizioni di salute si sono aggravate a causa dell’avanzare dell’età. In questo momento di sofferenza e di prova, ci stringiamo attorno al papa emerito», ha detto il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. «Assicuriamo il ricordo nella preghiera nelle nostre chiese, nella consapevolezza, come lui stesso ebbe a ricordarci, che “per quanto dure siano le prove, difficili i problemi, pesante la sofferenza, non cadremo mai fuori delle mani di Dio, quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da un amore infinito e fedele”. Il suo restare “in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”, continuando ad “accompagnare il cammino della chiesa con la preghiera e la riflessione” costituisce un messaggio forte per la comunità ecclesiale e per l’intera società».

Il tema della morte di questi tempi è ricorrente in Vaticano. Dieci giorni fa papa Francesco aveva rivelato in una intervista al quotidiano spagnolo Abc di aver firmato una lettera di dimissioni nel caso di una malattia che  minasse in modo permanente le sue capacità decisionali e di governo. E di averlo fatto non di recente, ma nei primi mesi del pontificato, quando nel 2013 - fino al 15 ottobre di quell'anno - era ancora segretario di Stato il cardinale Tarcisio Bertone.

Nella stessa occasione aveva definito il suo predecessore, che oggi ha 95 anni, un santo: «lo visito spesso e vengo edificato dal suo sguardo trasparente. Vive in contemplazione. Ha un buon senso dell'umorismo, è lucido, molto vivo, parla piano ma segue la conversazione. Ammiro la sua lucidità. È un grande uomo».

Contro il consumismo

Il tema ha preso l’attenzione mettendo in secondo piano il resto del suo intervento. Prima si è riferito alle festività natalizie, scagliandosi contro il consumismo: «Stiamo attenti a non scivolare nella caricatura mondana del Natale, ridotta a una festa consumistica e sdolcinata», ha detto nell’Aula Paolo VI. «No, l’amore di Dio non è mieloso, ce lo dimostra la mangiatoia di Gesù - prosegue il pontefice - Non è un buonismo ipocrita che nasconde la ricerca dei piaceri e delle comodità».

Francesco ricorda che «i nostri vecchi che avevano conosciuto la guerra e anche la fame lo sapevano bene: il Natale è gioia e festa, certamente, ma nella semplicità e nell'austerità». Infine, Bergoglio cita l'insegnamento «che ci viene da Geù Bambino attraverso la sapienza di san Francesco di Sales: non desiderare nulla e non rifiutare nulla, accettare tutto quello che Dio ci manda. Ma attenzione! Sempre e solo per amore, perché Dio ci ama e vuole sempre e solo il nostro bene», ha detto ancora il papa. Che ha fatto anche un riferimento alle guerre presenti: «Oggi nella Festa dei Santi Innocenti pensiamo ai più piccoli - esorta Bergoglio - a tutti i bambini che soffrono lo sfruttamento, la fame e la guerra. Che il signore ci aiuti a proteggerli e sostenerli».

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