Mehringplatz è un grosso complesso socialista fra i più poveri della città dove la gente si barcamena con i sussidi statali e non si fida dei grandi partiti, che pure in questa campagna hanno promesso riforme del welfare per contrastare le disuguaglianze. La pandemia ha contribuito a trasformare il quartiere in un serbatoio dell’antipolitica
- La Germania ha adottato un modello di crescita spesso criticato come “economia duale”, un sistema che distingue fra lavoratrici e lavoratori attivi nelle industrie esportatrice e quelli impiegati in settori economici legati ai consumi domestici. Solo i primi godono di protezione.
- Quest’anno tutte le formazioni politiche pongono al primo posto la necessità di aumentare l’uguaglianza economica. Temi come la riforma del sussidio di disoccupazione e l’estensione dei servizi per l’infanzia sono stati il cuore dei dibattiti fra i candidati cancelliere.
- Anche un’alleanza coi liberali (il “Semaforo” con Spd e Verdi) e una coalizione Kenya (Verdi, Cdu, Spd) sarebbero abbastanza coerenti ideologicamente. La coalizione più eterogenea politicamente, e in primo luogo su welfare e sussidi di stato, sarebbe un governo Jamaica fra ambientalisti, liberali e cristianodemocratici.
Mehringplatz non è un bel posto in cui vivere. Da un punto di vista urbanistico è un buco nero: nel Settecento era stata pensata come una versione prussiana di Piazza del Popolo, un luogo d’aggregazione degno di una nuova capitale neoclassica. Oggi Mehringplatz è un grosso complesso abitativo sociale, un unico, brutto edificio socialista che circonda ad anello una piazza occupata da un perenne cantiere. Questo angolo di città, incastrato fra Kreuzberg e Friedrichstadt, è un simbolo della pove



