Sta prendendo corpo quello che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito nel suo discorso di insediamento il “piano Mattei”. L’Italia continua a stringere i rapporti con i paesi produttori di metano in compagnia dell’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi. Meloni in queste ore è in visita in Algeria, paese dove l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato per due volte durante il suo mandato, e che adesso rientra trai i primi paesi visitati dalla premier in carica dallo scorso settembre.

Su Twitter Meloni ha scritto: «Al centro dei colloqui l’energia e un rapporto bilaterale che si estende sempre di più in tutti i campi. Il Mediterraneo ci unisce». Domenica ha reso omaggio alla figura del fondatore dell’Eni Enrico Mattei facendo tappa al giardino intitolato all'imprenditore italiano nel cuore della capitale algerina, inaugurato nel novembre 2021 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lunedì verranno siglati nuovi accordi con il paese.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, domenica si è recato al Cairo, in Egitto, e ha parlato di costi dell’energia: «Bisogna fare di più perché per noi il tema dell'energia è di straordinaria importanza. I costi dell'energia sono troppo alti per restare competitivi, anche all'interno dell'Unione Europea», ha affermato.

La visita è arrivata quasi alla vigilia dell’anniversario del rapimento al Cairo Giulio Regeni il 25 gennaio del 2016, ucciso pochi giorni dopo in circostanze mai chiarite anche per la ripetuta indisponibilità dell’Egitto a collaborare.

«Non c'è stata nessuna reticenza da parte egiziana», ha detto Tajani. «Anzi, il problema è stato sollevato dal presidente. Al-Sisi mi ha detto che è intenzione dell'Egitto risolvere il problema e togliere tutti gli ostacoli a una sempre più proficua collaborazione fra i nostri paesi». La famiglia Regeni però la vede in un altro modo: «La realpolitik non può sconfinare nella complicità con i dittatori», ha replicato in un’intervista a Repubblica.

Algeria primo esportatore

Nel 2021 l’Italia ha importato dalla Russia 29,1 miliardi di metri cubi transitati da Tarvisio verso il nostro Paese, nel 2022 secondo il conteggio Nomisma per il Sole24Ore la quota di gas proveniente da Mosca è scesa a 11,2 miliardi di metri cubi. La necessità di diversificare ha reso più rilevanti i rapporti con gli altri paesi esportatori.

Il flusso proveniente dall’Algeria è cresciuto i del 12 per cento, passando da 21,2 a 23,7 miliardi di metri cubi, il paese è divenuto così primo esportatore.

Per il 2022-3, Roma si aspetta fino a 9 miliardi di metri cubi aggiuntivi, tuttavia tutto dipenderà dalla capacità del paese di esportare, strettamente legata anche alla produzione del Cane a sei zampe che opera nel paese.

Il gasdotto Transmed - Enrico Mattei ha una capacità massima di circa 30 miliardi di metri cubi all'anno e passa attraverso il Mediterraneo giungendo fino alla Sicilia.

Anche l’Azerbaigian, il terzo stato da cui l’Italia riceve più gas, ha aumentato l’export verso il nostro paese, passando nel 2022 a una fornitura di 10,2 miliardi di metri cubi, contro i 7,2 del 2021.

In attesa che arrivino i nuovi rigassificatori galleggianti a Piombino e Ravenna, che Snam ha ribadito dovrebbero essere operativi rispettivamente a maggio e nel terzo trimestre del 2024 nel corso della presentazione del piano lo scorso venerdì, per Eni l’Egitto è un altro paese con cui accrescere la collaborazione.

La settimana scorsa l’amministratore delegato Descalzi ha avuto un incontro con il presidente Abdel Fattah Al-Sisi, con cui ha discusso come aumentare le esportazioni. Nel paese Eni oltre a operare nel maxigiacimento Zohr insieme alla compagnia russa Rosneft, possiede con le società egiziane il rigassificatore Damietta che potrebbe mettere a disposizione più gas naturale liquefatto per il mercato internazionale.

Il ministro Tajani in un’intervista al Messaggero ha fatto riferimento ai rigassificatori: «Per l'Italia è una sicurezza strategica avere più fornitori, con vari canali di approvvigionamento. Già nel 2022 è arrivato (dall’Egitto, ndr) un miliardo di metri cubi. Nel 2023 dovrebbero essere oltre 3 miliardi ma Piombino dovrà essere funzionante in primavera. Solo questo conferma quanto loro siano importanti per noi, e viceversa».

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