La stampa indipendente russa: «Il piano Usa? È il regalo di Capodanno di Trump a Putin»

I regali, in Russia, si scambiano la notte di Capodanno. E secondo la stampa russa indipendente, Donald Trump aveva già pronto il suo per Vladimir Putin. Così è stata commentata la bozza del piano di pace per l’Ucraina proposta dal presidente Usa Donald Trump e poi rivista a Ginevra da Kiev e dagli alleati europei. Una lista di 28 punti - successivamente ridotta a 19 - che la giornalista del canale russo indipendente Dozhd, Ekaterina Kotrikadze, ha definito «la lista di Putin». Un “regalo di Capodanno” che comprende Crimea, Luhansk e Donetsk – territori che Trump ipotizzava di riconoscere de facto come russi – e che «include un paio di concessioni all’Ucraina solo per salvare le apparenze». «Tra questi regali di Capodanno, il più cinico a mio parere è il ritorno della Russia nel G8 - ha commentato Kotrikadze -. È come se gli Stati Uniti avessero dimenticato che nel gruppo ci sono anche i paesi europei, il Canada e il Giappone, e nessuno ha chiesto la loro opinione. Questo dimostra quanto l’accordo sia irrealizzabile». Ucraina, il caso del “suggeritore” Witkoff. La Russia: «Qualcuno vuole sabotare la pace» Discutere i dettagli Irrealizzabile nella pratica, ma seducente nella teoria. Almeno per Mosca. Il Cremlino infatti ha parlato in modo favorevole del piano originale proposto da Trump, riservando invece critiche alla nuova versione corretta a Ginevra con il contributo europeo e approvata da Kiev. «Il piano europeo non è per niente costruttivo, non fa per noi», ha commentato il consigliere del Cremlino Yurij Ushakov, precisando che Mosca ha ricevuto diverse versioni attraverso canali informali, ma che nessuno ne ha discusso ufficialmente con la parte russa. Il piano di Trump sull’Ucraina è la conferma di un mondo post europeo Insomma il Cremlino fa sapere che il piano di Trump «redatto sulla base delle intese raggiunte ad Anchorage» (nell’incontro fra Trump e Putin in Alaska, ndr) è al momento «l’unico progetto concreto che potrebbe costituire una buona base per i negoziati». Tuttavia «la Russia non è disposta a discuterne pubblicamente i dettagli», ha detto il viceministro degli Esteri Sergej Rjabkov. Secondo il politologo Vladimir Kornilov, intervenuto su Ria Novosti, l’obiettivo della «controproposta dell’Ue è di far deragliare il processo di pace». Ma con questa mossa «l’Europa non sta proteggendo l’Ucraina, la sta solo condannando a ulteriori spargimenti di sangue, e sta condannando se stessa all’irrilevanza strategica. L’alternativa al piano imperfetto ma praticabile di Trump non è un accordo migliore, ma una guerra senza fine le cui conseguenze ricadranno solo sull’Europa». C’è solo un modo per fermare la spartizione dell’Ucraina tra Trump e Putin Se la posizione russa appare compatta – almeno tra quanti seguono la linea del Cremlino – dall’estero emergono invece letture più critiche. «Non credo che si arriverà a una firma. La situazione per l’Ucraina è terribile, Zelensky ha già detto che sarà molto difficile sopravvivere all’inverno. Al contempo Putin sta cercando a tutti i costi una tregua perché la Russia soffre una grossa carenza di chip, che arrivano di contrabbando dalla Cina e dal Kazakistan ma non sono sufficienti per far funzionare tutti i missili Iskander e Kalibr», ha commentato la politologa e giornalista investigativa russa Evgenija Albats. «È evidente che la bozza di 28 punti è stata una sorpresa per la Casa Bianca: il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, non ne sapeva nulla, e anche Trump è parso piuttosto insicuro. E ormai è evidente anche che il testo è stato tradotto dal russo, probabilmente con l’IA. A scriverlo potrebbe essere stato Kirill Dmitriev (direttore del Fondo sovrano d’investimenti russo, rappresentante del Cremlino nei negoziati), comparso a Washington subito dopo l’introduzione delle sanzioni contro le compagnie Rosneft e Lukoil. Perché scendiamo in piazza per Gaza e non per l’Ucraina? Probabilmente Dmitriev è arrivato con un testo approvato a Mosca. D’altronde l’introduzione di queste nuove sanzioni è stato un duro colpo per il Cremlino: il prezzo del petrolio è sceso più volte a 37 dollari al barile, laddove 40 dollari è il limite che il bilancio russo può sopportare. Insomma, Mosca si è spaventata con queste sanzioni. È quello che Biden avrebbe dovuto fare nel primo anno di guerra».