Presunta frode Ue, Mogherini si dimette da rettrice del Collegio d’Europa. Ora “trema” Moretti

Bruxelles – Federica Mogherini, rettrice del Collegio d’Europa ed ex Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, ha lasciato il ruolo di rettrice del Collegio d’Europa per l'inchiesta sulla presunta frode legata all'accademia diplomatica dell'Ue. «In linea con il massimo rigore e correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti, oggi ho deciso di dimettermi dalla carica di rettore del Collegio d’Europa e direttore dell'Accademia diplomatica dell’Unione europea», ha scritto Mogherini in una mail inviata a staff e studenti. Nella notte tra martedì e mercoledì, insieme agli altri due fermati – il diplomatico Stefano Sannino e il manager del Collegio Cesare Zegretti – è stata rilasciata. «Dopo essere stati interrogati dalla polizia giudiziaria federale belga, ai tre individui sono state formalmente comunicate le accuse a loro carico. Le accuse riguardano frode negli appalti e corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. Sono stati rilasciati, poiché non sono considerati a rischio di fuga», ha affermato in una dichiarazione la Procura europea (Eppo). L'ex ministra degli Esteri ha affermato in una dichiarazione di aver «chiarito la sua posizione», confermando la sua «piena fiducia nel sistema giudiziario» e la «massima collaborazione con le autorità». La combo mostra, da sinistra: Cesare Zegretti, Federica Mogherini e Stefano Sannino. ANSA/WEB/COLLEGE OF EUROPE +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++ANSA La legale di Mogherini, Mariapaola Cherchi, ha raccontato all’Ansa che «l’interrogatorio è stata una lunga maratona, dalle 14 fino a mezzanotte. Sono stati forniti chiarimenti a 360 gradi, in modo più che esauriente, come richiesto legittimamente dagli inquirenti». «Mogherini è stata rilasciata senza condizioni», ha aggiunto, «ha chiesto più volte se dovesse limitare i suoi movimenti, ma le è stato sempre ribadito che non vi era alcuna restrizione, perché non ce n'era motivo». Dimissioni fulminee Un altro tra i tre indagati, l'ex segretario generale del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) Stefano Sannino, ha comunicato le proprie dimissioni dall’incarico che ricopriva attualmente di direttore della Direzione generale della Commissione europea per il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo. Sannino, che nella lettera visionata da Euractiv si dice «fiducioso nel lavoro dei magistrati e fiducioso che tutto verrà chiarito», andrà in pensionamento anticipato. Sul caso si è espresso anche l’ufficio del cancelliere tedesco, Friedrich Merz, che attraverso il portavoce Stefan Kornelius ha ribadito la propria «scontata» fiducia nei confronti della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. Dopo 24 ore di silenzio, è arrivato infine anche un commento da Fratelli d'Italia: la delegazione di FdI al Parlamento europeo si augura che «venga fatta rapidamente piena luce sul caso Mogherini e sulla gestione del Collegio d’Europa, al fine di verificare se siano stati compiuti i gravi reati denunciati dall’indagine in corso», denunciando inoltre «ore di profondo sconcerto per l’ennesimo caso giudiziario che investe le istituzioni europee, ancora una volta con il coinvolgimento di esponenti della sinistra». Dal Qatar a Huawei. Le indagini belghe tra accuse e veleni Gualmini “graziata” I meloniani si sono espressi anche su un altro caso di presunta corruzione a Bruxelles, che ha avuto un nuovo risvolto: il Qatargate. La commissione Giuridica (Libe) del Parlamento europeo ha infatti votato a favore della revoca dell'immunità nei confronti dell'eurodeputata del Partito democratico, Alessandra Moretti, per i fatti relativi allo scandalo scoppiato ormai tre anni fa. La commissione Libe ha invece bocciato l'analoga richiesta nei confronti di un'altra eurodeputata del Pd, Elisabetta Gualmini. Entrambi i casi ora saranno comunque sottoposti alla plenaria del Parlamento europeo che potrebbe decidere di accogliere o meno la raccomandazione della commissione parlamentare, con un voto possibile già nella sessione che si terrà tra il 15 e il 18 dicembre. «A prescindere dal merito su cui pure riteniamo ci siano molti aspetti da chiarire, ci siamo espressi a favore della revoca sui casi che riguardano le colleghe Gualmini e Moretti», è il commento della delegazione di Fratelli d'Italia, secondo cui «purtroppo, come insegna anche la vicenda Salis, la sinistra ha completamente svuotato di senso e piegato a una logica di parte l'istituto dell'immunità parlamentare. Per questa ragione, d'ora in avanti, le posizioni di Fratelli d'Italia sulle richieste di revoca risponderanno esclusivamente a valutazioni politiche». Moretti si è detta invece «amareggiata» per la decisione della commissione, in quanto «gli elementi su cui era basata la richiesta della procura erano stati da me già smentiti su base documentale dinanzi alla commissione Juri». «Temo pertanto che il voto non abbia guardato tanto agli effettivi contenuti della richiesta, ma sia stato condizionato da strategie e convenienze politico-elettorali, come è stato del resto già ammesso da alcuni colleghi», ha concluso l'eurodeputata.